Il giardino di mezzanotte – Philippa Pearce

Il giardino di mezzanotte è un romanzo intrigante molto bello che si costruisce passo a passo intorno a uno dei temi e delle metafore più care ed efficaci della letteratura per l’infanzia, quella del giardino segreto.

In un’Inghilterra che immaginiamo degli anni ’60-70 il giovane Tom viene allontanato da casa, perché suo fratello Peter ha preso il morbillo e, suo malgrado, il fratello maggiore deve fare le valigie per andare a trascorrere l’estate, in quarantena, nell’appartamento degli zii senza figli e senza giardino.

Come potete immaginare, la soluzione è quanto mai odiosa agli occhi di Tom che è molto recalcitrante e addirittura astioso con il fratello per quella che è, nel suo immaginario, una condanna senza scappatoie. Non a caso il primo capitolo è intitolato Esilio.

Le descrizioni dello stato d’animo di Tom sono molto vivide e si contrappongono al formalismo e al perbenismo rigido degli zii che appaiono freddi e ottusi, chiusi in un borghese e lindo status che non ammette urla, non permette sporco, non accetta domande dirette e schiette, ma accoglie il piccolo Tom nella certezza di avergli offerto la miglior sistemazione del mondo.

Tuto cambia quando Tom incontra una pendola, che fa parte della vecchia casa originale da cui sono tratti gli appartamenti, uno dei quali occupato dagli zii. Una vecchia pendola bizzarra che batte i colpi casualmente e che di notte batte addirittura 13 colpi: ma che orario è mai quello oltre i 12 rintocchi?

Tom esce dal letto deciso a confrontarsi con la pendola sbadata, incapace di tenere il ritmo delle ore giuste e in quell’attimo, in cui il bambino si allontana dall’appartamento per scendere nell’altro della vecchia casa, una magia impercettibile accade e la porta che dovrebbe dare sul vialetto delle autombili si apre, invece, e svela a Tom un giardino incantato, fuori dal tempo o meglio dentro al tempo in cui la vecchia casa era abitata da un’unica ricca famiglia, circa cent’anni prima.

Il tema del giardino dell’infanzia, del luogo in cui essere i bambini, del tempo fuori dal tempo, del tempo della potenzialità infinita (che emozione per Tom poter salire sulla cattedrale di Ely, dove lo zio non lo ha portato!) si intreccia a un racconto con una solida struttura narrativa che ricorda la tradizione delle storie di fantasmi inglesi, intrecciando ciò che è immaginato e sognato ad una realtà (l’episodio dei pattini è, in questo senso, significativo).

L’estate di Tom il suo giardino segreto non sono un’immaginazione, ma si intrecciano ad un sogno: il finale realissimo allontana questa avventura da ogni mentalismo e la consacra a classico, giustamente.