Lavoro: il digitale traina le assunzioni

La crescente diffusione delle tecnologie digitali sta avendo un impatto enorme anche sul mondo del lavoro, sia dal punto di vista degli strumenti a disposizione dei professionisti che per quanto riguarda la richiesta di figure ben specifiche, con competenze proprio nell’ambito dell’innovazione.

Il digitale sta dunque facendo da traino alle assunzioni sia in Italia che nel resto d’Europa, aprendo a interessanti opportunità per i neolaureati ma anche per coloro che cercano di ricollocarsi dopo la chiusura di un’altra esperienza lavorativa.

Innovazioni digitali: un trend in costante crescita
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una diffusione sempre più ampia delle tecnologie digitali, come dimostrano i dati di utilizzo di internet e di dispositivi come PC e smartphone che vedono ormai anche le categorie tradizionalmente meno avvezze alle innovazioni sempre più interessate all’uso dei servizi online.

Shopping, messaggistica, intrattenimento, ma anche il ricorso allo smart working e alla formazione a distanza, sono solo alcuni dei settori digital che si sono imposti più rapidamente in questo trienno, facendo segnare un’accelerazione senza precedenti tradottasi in un radicale cambiamento delle abitudini di consumo a livello globale.

Ciò non poteva non influire, ovviamente, sul mondo del lavoro, accrescendo l’importanza di tutte quelle figure che in vari modi partecipano a questo enorme sistema, da chi si occupa di programmazione e linguaggi informatici a chi opera nelle più recenti declinazioni del marketing e della comunicazione.

Le opportunità, dunque, sono numerose e aprono anche alla possibilità di vivere interessanti esperienze all’estero, proprio grazie alla presenza di numerose società innovative a caccia di talenti provenienti da ogni Paese.

Ma quali sono le figure digitali più richieste?

UX/UI Designer e Developer
Tra le figure professionali più richieste del momento troviamo quelle che si occupano da un punto di vista tecnico dei siti web, delle app e di tutte quelle strutture che permettono il corretto funzionamento delle interfacce utilizzate dagli utenti online.

Parliamo di un mondo molto vasto, difficile da descrivere in poche righe, ma per renderla più semplice possibile il riferimento va a coloro che utilizzano linguaggi informatici per programmare software e sviluppare siti e applicazioni così come agli esperti nella progettazione e nella realizzazione di singole parti dei siti web, allo scopo di migliorare la user experience e la user interface.

Il lavoro di questi professionisti è tanto importante quanto ambito, dal momento che ormai tutte le realtà operanti online necessitano di esperti in materia.

Growth Hacker
Quella del Growth Hacker è una figura nuova, nata proprio nel mondo digitale, che si riferisce al professionista in grado di far crescere nel tempo più breve possibile i nuovi progetti, generando profitti e superando la concorrenza.

Un Growth Hacker si occupa dunque di ideare strategie digital innovative e di applicarle al business aziendale, con l’obiettivo di portarlo rapidamente al successo.

Com’è intuibile, questa figura è in qualche modo collegata al marketing digitale, ma con una prospettiva differente: se l’esperto di marketing lavora partendo da direttive strategiche ben precise, il Growth Hacker ha un approccio più flessibile e basato su continui testing dal minore impatto economico, dai quali ricavare di volta in volta le azioni più efficaci.

Esperti di Cyber Security
Uno dei temi più caldi nel mondo del web è quello della sicurezza dei dati degli utenti e delle aziende: i rischi legati ad attacchi hacker e truffe sono infatti sempre dietro l’angolo e per questo motivo le società digitali investono continuamente sullo sviluppo di sistemi di protezioni sempre più efficienti.

Grandi società digitali come quelle che si occupano della proposta di giochi come il poker mediante apposite piattaforme di genere, per lo più situate in Paesi esteri come Malta, dedicano ampio spazio all’argomento e cercano di accaparrarsi i migliori talenti proprio allo scopo di migliorarsi e offrire esperienze di svago tanto divertenti quanto protette.

Chi proviene da studi in materia è dunque nell’epoca giusta per trovare un’opportunità lavorativa stimolante e ben retribuita.

Data Scientist
Un’altra figura che sta prendendo sempre più piede nel mondo digital è quella dei Data Scientist, ossia esperti nella lettura e nell’interpretazione dei big data raccolti online. In rete si muove infatti un’enorme mole di dati relativi ai singoli individui così come alle organizzazioni e saperli raccogliere e analizzare significa poter avere un enorme vantaggio nello sviluppo di modelli predittivi e nella comprensione dei trend del momento.

Ciò ci fa capire quanto questo lavoro venga reputato oggi fondamentale dalle aziende digitali, pronte in ogni momento ad assumere i più abili Data Scientist con contratti anche molto remunerativi.

Da grande farò…il MICOLOGO

Chi è il Micologo?

Chi si occupa di micologia. Esperto micologo, denominazione, in passato, del funzionario dell'Ufficio d'igiene incaricato dell'esame dei funghi che possono essere ammessi alla vendita o comunque al consumo (oggi lo stesso servizio è svolto da particolari uffici delle Aziende sanitarie locali).

Che cosa studia la micologia?

La micologia è una branca delle scienze naturali che si occupa dello studio dei funghi, dalle forme più note e di notevoli dimensioni a quelle più piccole come le muffe.

Quanto costa un corso da micologo?

La quota di partecipazione alla 1^ sessione è di € 850,00 totali a persona

Come diventare micologo 2023?

Per partecipare al corso è necessario essere in possesso del diploma quinquennale di scuola media superiore così come previsto dalla normativa. La segreteria organizzativa invierà conferma di partecipazione via email alla scadenza delle pre-iscrizioni (28 maggio 2023)

Che cosa fa un micologo e dove lavora?

La micologia è un ramo della biologia che si occupa dello studio dei funghi e il micologo è la figura professionale specializzata in questa branca del sapere. Il micologo è una figura di particolare importanza se si pensa che ogni anno centinaia di persone si rivolgono ai Centri antiveleni (CAV) degli ospedali italiani per sospette intossicazioni da funghi, come nei dati forniti dal CAV di Milano e riportati dall'Istituto Superiore di Sanità.

Questa professione è disciplinata dalla legge, in particolare dal D.M. 686/96, dal titolo "Regolamento concernente criteri e modalità per il rilascio dell'attestato di micologo". Tale norma stabilisce i requisiti per diventare micologo, che comprendono la frequenza di un corso di formazione teorico-pratico organizzato dalle varie Regioni o Province Autonome, il superamento di un esame finale e il conseguimento del relativo attestato. A questo punto ci si potrà iscrivere al Registro nazionale dei micologi, un passaggio essenziale per svolgere la professione. Al termine di questo percorso, un micologo è in grado di riconoscere le diverse specie di funghi epigei (ovvero i comuni funghi che crescono nei prati o nei boschi e che si sviluppano fuori dal terreno) destinati al consumo umano, come porcini e galletti, e di verificarne la commestibilità. Può trovare occupazione sia nel settore pubblico, sia nel privato.

Ma che cosa fa un micologo o una micologa di preciso?

In questa guida inquadreremo questa professione dal punto di vista normativo. Ti illustreremo inoltre le diverse mansioni che i micologi svolgono quotidianamente, sia nel settore pubblico che in quello privato, e le competenze che mettono in campo per garantire la sicurezza dei funghi destinati al consumo umano. Che cosa fanno i micologi nella pratica? Entriamo ora nel dettaglio di ciò che fanno i micologi nel loro lavoro quotidiano. Queste figure si occupano di:

  • controllare la commestibilità dei funghi freschi per i privati che li hanno raccolti personalmente o che intendono consumarli
  • controllare e certificare i lotti di funghi freschi o secchi destinati alla lavorazione (ad esempio per la conservazione sott'olio, in salamoia, surgelati...) o alla commercializzazione per conto di aziende alimentari
  • verificare l'idoneità al riconoscimento delle specie fungine di coloro che si occupano di vendita, preparazione e somministrazione di funghi
  • fornire consulenza ai Centri antiveleni (CAV) o alle strutture ospedaliere nel trattamento di sospette intossicazioni da funghi.
  • Oltre alle attività di analisi e consulenza sopra riportate, i micologi si occupano anche di formazione. Possono organizzare eventi di divulgazione destinati al grande pubblico oppure occuparsi di corsi più specifici rivolti agli operatori del settore alimentare o a coloro che raccolgono i funghi per lavoro o passione.
  • Dove possono lavorare i micologi? Questo prezioso servizio di tutela della salute pubblica può essere svolto sia nel settore pubblico, sia nel settore privato, con qualche differenza nelle mansioni richieste. I micologi nel settore pubblico Nell'ambito della Sanità Pubblica i micologi sono impiegati presso gli Ispettorati micologici, centri ad hoc istituiti presso le aziende sanitarie locali e distribuiti in modo capillare su tutto il territorio nazionale. Gli Ispettorati micologici si occupano principalmente di verificare la commestibilità dei funghi raccolti da privati cittadini per il consumo personale (un servizio in genere gratuito) e dei funghi destinati alle aziende che si occupano di ristorazione, vendita al dettaglio e produzione alimentare. A seguito di queste consulenze, i funghi che superano l'esame ricevono un certificato sanitario di commestibilità, mentre gli altri vengono distrutti. Gli Ispettorati micologici sono anche il punto di riferimento dei reparti ospedalieri e dei Centri antiveleni nei casi di sospetta intossicazione.

I micologi nel settore privato

Un'altra opzione per i micologi consiste nel cercare un impiego nelle aziende private che si occupano di lavorare o confezionare in vario modo funghi come i porcini. Queste aziende sono infatti obbligate dalla legge ad avvalersi della consulenza di un micologo. Questa figura può essere assunta direttamente o collaborare con diverse aziende in qualità di libero professionista. Nel settore privato i micologi si occupano innanzitutto di riconoscere le diverse specie di funghi acquistate dall'azienda, ma anche di svolgere analisi qualitative sui lotti e di monitorare la filiera e il processo produttivo. Ciò garantisce che il prodotto finito sia al tempo stesso sicuro e di qualità. Inoltre, sono responsabili della formazione e dell'aggiornamento professionale del personale addetto alla lavorazione di questo prodotto naturale. Le competenze dei micologi. Per poter espletare al meglio i compiti di cui abbiamo parlato, i micologi devono possedere conoscenze tecniche e anche la giusta attitudine personale. Di seguito vedremo le caratteristiche di un buon micologo. Le competenze tecniche dei micologi e competenze specialistiche dei micologi sono acquisite tramite gli appositi corsi di formazione che permettono di accedere alla professione. Esse includono:

  • capacità di identificare le diverse varietà di funghi in base ai caratteri morfologici specifici (corpo fruttifero, cappello, lamelle, spore, anello, gambo...) e di distinguere le specie commestibili da quelle tossiche
  • capacità di eseguire analisi macroscopiche, microscopiche e chimiche dei funghi o di loro parti, crude o cotte
  • capacità di individuare larve o impurità nei funghi freschi o secchi
  • conoscenza del ruolo dei funghi nell'ecosistema, delle basi della loro coltivazione e del loro valore alimentare
  • conoscenza degli aspetti normativi e procedurali legati alla raccolta e alla commercializzazione dei funghi
  • capacità tecniche e informatiche: utilizzo di microscopi e di fotocamere o videocamere per l'analisi della morfologia dei funghi, nonché di software dedicati per la misurazione delle spore e l'archiviazione delle rilevazioni.
  • Rapidità : Questa è una dote importante tanto nel settore privato quanto nel pubblico. In ambito aziendale il tempismo è fondamentale per immettere prima il prodotto sul mercato. Capita quindi che i micologi si trovino ad analizzare in tempi stretti anche grandi lotti di funghi freschi o secchi. Per quanto riguarda la Sanità Pubblica, invece, la rapidità è particolarmente essenziale negli episodi di avvelenamento: dal responso del micologo dipende infatti il trattamento del paziente.
  • Attenzione al dettaglio: Oltre ad analizzare i campioni in tempi rapidi, i micologi devono essere in grado di lavorare su diverse varietà contemporaneamente. Si pensi ad esempio ai cesti contenenti diversi tipi di funghi raccolti dai privati cittadini per il proprio consumo personale. È quindi necessaria una grande attenzione al dettaglio. Nei casi di presunto avvelenamento da funghi, inoltre, i micologi devono riuscire a identificare le varietà di funghi in condizioni non sempre ottimali. Spesso si tratta di funghi cotti (che quindi hanno subito alterazioni a livello di forma e colore), di residui (ad esempio gli avanzi di un pasto) oppure persino di reperti prelevati dal paziente. Ecco quindi che le capacità di analisi e osservazione dei micologi vengono messe a dura prova.
  • Competenze sociali Spesso i micologi si trovano a lavorare a contatto con il pubblico o con i dipendenti delle aziende alimentari che lavorano o commercializzano i funghi. Sono anche in contatto con ospedali e Centri antiveleni. Devono quindi possedere buone abilità sociali e comunicative.

Oppenheimer

Il 23 agosto in Italia è uscito Oppenheimer, l’ultimo film scritto, prodotto e diretto dal regista britannico Christopher Nolan sulla storia del fisico statunitense Robert Oppenheimer, il “padre della bomba atomica”.

La sceneggiatura di Oppenheimer è un adattamento della biografia Oppenheimer: Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica per cui i due autori, Kai Bird e Martin J. Sherwin, vinsero il premio Pulitzer nel 2005.

La trama gira intorno alla vita e alla carriera di Oppenheimer, con particolare attenzione agli anni della Seconda guerra mondiale in cui guidò il Progetto Manhattan, il programma che portò allo sviluppo della prima bomba atomica a partire dalle più recenti scoperte sulla meccanica quantistica, l’energia nucleare, la materia e il suo funzionamento.

A differenza del libro da cui è tratto, che procede in ordine cronologico, il film sovrappone tra loro tre piani temporali diversi e li mischia con alcuni flashback. Oltre che sulla storia di come si arrivò a sviluppare la bomba atomica, il film si concentra sulla questione filosofica e morale che riguarda il rapporto tra gli scienziati e l’impatto che le loro scoperte hanno sulla vita delle persone, in questo caso sulla morte di centinaia di migliaia di civili dopo il bombardamento delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. La seconda parte del film riguarda invece quello che successe a Oppenheimer dopo la guerra, quando diventò un’autorità nel campo delle politiche nucleari globali e fu emarginato dalla classe dirigente statunitense con la scusa del suo vecchio legame con il comunismo, negli anni del maccartismo.

C'è l'intuizione di un visionario, il narcisismo di una nuova scoperta scientifica, non solo in via teorica ma attraverso la sua stessa realizzazione. E infine l'atto, quindi l'uso della bomba atomica, quando l'Uomo gioca a fare Dio. Il lavoro di Nolan mette a fuoco la complessa personalità di Oppenheimer che vacilla tra la sete di scoperta e la responsabilità morale sulle inevitabili conseguenze.

A guidare tutti c’è lui, quel fisico teorico che dà il titolo al film, esaltato dalla spettacolare interpretazione di Cillian Murphy. In questa pellicola così dialogata, nei suoi occhi si rende visibile il profondo dilemma etico che gli bombarda il cuore. Quel bottone rosso da schiacciare rappresenta il “prima” e “dopo” di un mondo mai guarito dalla Guerra e che, dopo Hiroshima e Nagasaki, non è più stato lo stesso.

Volontariato online…come diventare cittadino attivo direttamente da casa tua

Quasi tutto ormai è alla portata di click: possiamo ordinare la cena, fare la spesa, lavorare da casa, seguire un corso di cucina e perché no anche fare sport… allora perchè non fare anche volontariato online?

Tra le infinite opportunità che ci offre il web, esiste anche la possibilità di fare volontariato da remoto! Infatti chi ha voglia di donare un po’ del proprio tempo e delle proprie competenze può farlo semplicemente con l’ausilio di un computer o uno smartphone, dovunque sia, anche a km di distanza dall’associazione che sta aiutando. In più, questa nuova forma di volontariato permette a organizzazioni non profit medio-piccole, che non sempre dispongono dei budget necessari, di cogliere le potenzialità degli strumenti digitali, che oggi sono fondamentali per farsi conoscere e portare avanti i propri progetti.

Qualche esempio concreto? Si può fare volontariato online mettendo a disposizione le proprie competenze di videomaker, traduttore, di social media specialist, programmatore, copywriter e tanto altro! I volontari digitali si rimboccano le maniche come i volontari che operano sul campo, agendo però nel loro campo: quello del web!

Ma quali sono vantaggi del volontariato online?
Il volontariato digitale ha il grande vantaggio di essere inclusivo (chiunque può farlo, basta avere delle competenze nei settori richiesti), diffuso (si può fare la differenza da qualunque luogo), flessibile (ogni volontario può decidere di attivarsi quando può).

Come il volontariato tradizionale, anche quello digitale offre tanti benefici: è un’occasione per intraprendere un percorso di crescita sia a livello personale, che professionale, mettendo alla prova sul campo le proprie capacità, sviluppando le soft skills e – perchè no – arricchendo il proprio cv!

Come fare?

Esitono diverse opportunità di volontariato, rigorosamente online, che è possibile fare direttamente da casa:

  1. United Nations volunteering https://app.unv.org/. Se hai tempo da mettere a disposizione per il bene comune, ma non hai la possibilità di muoverti, scopri UN Online Volunteering, il programma di volontariato delle Nazioni Unite per contribuisce alla pace e allo sviluppo nel mondo. UNV ti mette in contatto con organizzazioni che lavorano per la pace e lo sviluppo che necessitano di competenze come ricerca, scrittura, arte e design. Ci sono già oltre 12.000 volontari provenienti da 187 Paesi che prestano i loro talenti a organizzazioni in tutto il mondo;
  2. Ayni Cooperazione https://www.aynicooperazione.org/volontariato-online-volontariacasa/. È un progetto sociale al servizio del volontariato internazionale etico e responsabile. L’obiettivo è accorciare le distanze che separano i volontari italiani da quelle comunità e associazioni che sono in prima linea nella lotta contro la povertà, la discriminazione e lo sfruttamento. Se vuoi mettere in pratica le tue competenze professionali o mettere alla prova i tuoi studi, puoi collaborare con gli enti dell'Ayni Network nei settori di fundraising, progettazione, comunicazione, marketing, web development, business development, disegno grafico e consulenze varie.
  3. BeMyEyes - https://www.bemyeyes.com/. Quest’app gratuita connette persone non vedenti o ipovedenti con volontari normovedenti. Attraverso una video chiamata i volontari forniscono agli utenti non vedenti e ipovedenti assistenza visiva per compiti che vanno dall'abbinamento dei colori, al controllo se le luci sono accese, alla preparazione della cena. L'app è gratuita e disponibile sia per iOS che Android.
  4. Do Something - https://www.dosomething.org/us. E' una piattaforma dedicata ai giovani con moltissime cause per le quali ci si può impegnare: dalla creazione di playlist lunghe 5 minuti per limitare il tempo della doccia e sprecare meno acqua alla segnalazione di oggetti in avorio nei siti di annunci.
  5. Traduttori senza frontiere - https://translatorswithoutborders.org/volunteer/translators/ è alla ricerca di volontari per tradurre testi e contribuire a gestire il lavoro dell’associazione. Per candidarsi come volontari, è necessario avere una buona conoscenza di almeno una lingua diversa dalla propria lingua madre.mL’organizzazione è anche alla ricerca di project manager, grafici o progettisti di pagine Web e responsabili raccolta fondi interessati a dare un contribuito al loro lavoro.
  6. LibriVox - https://librivox.org/pages/volunteer-for-librivox/. Il compito dei volontari di LibriVox consiste, mediamente, nella lettura e registrazione di capitoli di libri di dominio pubblico, ovvero, libri non più protetti da copyright, con l’obiettivo di renderli disponibili gratuitamente a tutti, grazie al supporto di Internet. Le registrazioni vengono caricati in tutte le lingue. LibreVox accoglie volontari senza alcuna esperienza pregressa o particolari capacità linguistiche.
  7. Smithsonian - https://transcription.si.edu/. Smithsonian Institution è un istituto di istruzione e ricerca e un complesso museale, specializzato nella digitalizzazione e riscrittura elettronica dei testi. L’istituto è costantemente alla ricerca di un vero e proprio esercito di amanuensi digitali che vogliano contribuire a decifrare e riscrivere testi che spaziano dalla botanica, all’arte, alla scienza, fino ad opere di interesse storico.

Ora non ti resta che iniziare per davvero! Dai un’occhiata e scopri quante organizzazioni non profit hanno bisogno del tuo contributo. Diventare volontario digitale è più semplice di quanto immagini…

Da grande farò…il FOOD TRUCKER

I food truck sono la moda del momento e si moltiplicano le iniziative di festival e fiere che li vedono protagonisti. Negli States sono nati come risposta anticrisi agli affitti sempre più cari delle metropoli, e hanno lanciano una nuova leva di chef emergenti, cresciuti facendo panini gourmet o street food di altissimo livello.

In Italia si è partiti con gli hamburger ma è ora un fiorire di camioncini che servono cibo di strada, specialità regionali, etniche o pop come la pizza – ma di prima qualità.

In molti sono stati spinti dal sogni di cambiare vita, di vivere all’aria aperta e lavorare al contatto con la gente, facendo la cosa più divertente del mondo, cucinare. Ma è un mestiere a tutti gli effetti, per il quale è bene informarsi sugli aspetti burocratici, gestionali, economici e tutto quello che è necessario tenere in considerazione per approcciarsi a questo mestiere!

Prioritario è scegliere cosa cucinare

Il mercato oggi è già saturo, serve avere un’idea originale, saperla cucinare alla perfezione, valutare bene costi e ricavi ed esserne convinti. Se si sceglie un monoprodotto facile, come le crepes, potrebbe bastare anche una Ape car, ma se vuole cucinare davvero allora servono frigo e uno spazio cucina idoneo.

Se si vuole creare un’impresa che dia reddito è necessario lavorare tutti giorni, e se si fanno piatti che hanno bisogno di preparazione prima, è necessario avere un laboratorio di appoggio e di stoccaggio, un magazzino… Bisogna concentrarsi sulle proprie proposte e ottimizzare ogni aspetto, dai fornitori alla catena del freddo, dalla preparazione alla somministrazione. Questo settore è spesso condizionato dal meteo: per questo motivo bisogna ridurre gli scarti a zero.

Quali sono i requisiti professionali per diventare street fooder?

Se non si è cuochi, i requisiti per avviare l'attività di street food sono gli stessi che servono per aprire un ristorante in sede fissa, questo significa che non si può improvvisare. Una base di cucina aiuta sempre, ma è pur vero che concentrandosi su una serie di proposte limitate si può sopperire ad eventuali lacune.

Per essere un imprenditore su ruote si deve avere tanta determinazione sul prodotto che si propone, si deve amare quello che si cucina e farlo al meglio. L’offerta ti differenzia e devi essere davvero bravo, anche se non sei un cuoco devi saper fare quella cosa molto bene. Ci sono tanti non professionisti del settore che lavorano bene, ma è necessario avere chiare le potenzialità e i limiti.

Cercare il foodtruck

Il mezzo è quasi più importante di quello che si cucina, la gente compra prima con gli occhi.

Ci sono aziende in Italia che li consegnano chiavi in mano, ma sono oberate di lavoro e da 3 mesi di consegna standard spesso i tempi si allungano anche del doppio - ed è tanto perché nel mentre nonsi lavora e non si hanno introiti. Se si cede al fascino indubbio di un bel mezzo d’epoca, è bene valutare prima gli spostamenti da fare. L’ambulante prevede molti chilometri, carburante, rischio di rimanere a piedi (con il cibo che prende caldo nei frigo spenti…). Le Ape car vanno bene per alcune preparazioni, ma devono essere trasportate su un altro mezzo e avere un camion refrigerato di appoggio, d’altro lato i mezzi troppo grandi vanno lontano, ma in città non si parcheggiano facilmente… bisogna valutare bene.

Come scegliere i propri cibi da street food? Bisogna seguire solo la propria passione o è meglio seguire i trend del mercato per vendere di più?
Bisogna fare una scelta trasversale, bisogna crearsi la propria identità, ora più che mai. Esistono quei prodotti cosiddetti “ruffiani” che vanno sempre, come i fritti o la carne. Ma proporre una ricetta non tua ti sottopone al confronto degli altri che fanno l'identica stessa cosa. Sicuramente non bisogna fossilizzarsi sulla prima scelta fatta, perché stiamo comunque parlando di business: quindi se un prodotto non tira più è consigliabile sostituirlo.

Comunicare è tutto
Comunicare è fondamentale perché i social network sono la tua vetrina che di fatto sostutisce quella reale davanti a cui le persone passano ogni giorno… in questo è molto più difficile che avere un ristorante. Esisti solo sui social network per molta della clientela. Starci dietro è un lavoro nel lavoro, che può però ripagare tantissimo: i clienti ti seguono, sanno dove sei, che cosa cucini, si informano così, fanno persino ordinazioni, ti cercano per catering o matrimoni.

Come trovare le occasioni migliori di guadagno?
Non è facile orientarsi tra i festival e le fiere di paese. Si tratta di scelte molto diverse tra loro che possono determinare casi di successo o flop enormi. I festival sono molto costosi, per prendervi parte si pagano più di 1000 euro a weekend, ma la gente viene per mangiare e assaggiare, è predisposta a spendere e si fanno numeri importantissimi. Nelle fiere di paese non si paga mai più di 50 o 100 euro ma per guadagnare bisogna prenderci, bisogna avere esperienza e sapere cosa funziona.


Vacanze in Albania…nuova meta dell’estate

Spiagge, baie segrete e borghi dall’anima antica. Castelli vista mare, siti archeologici nascosti nelle foreste e un’ospitalità di altri tempi. Vicina, facile da raggiungere e ricca di luoghi da scoprire. Se non avete ancora programmato le vacanze estive...o siete alla ricerca di una destinazione nuova, l'Albania potrebbe fare al caso vostro!

Sarà un caso, ma sia Lonely Planet che il New York Times l’hanno inserita nelle classifiche dei Paesi da visitare assolutamente nel 2023. La Terra delle aquile è la nuova meta di tendenza del Mediterraneo.

L’Albania è senza dubbio un Paese geograficamente molto variegato: dalle Alpi del nord alle spiagge lungo la riviera meridionale, passando per le città d’arte, i borghi, le lagune, i laghi e i siti archeologici, è una destinazione di viaggio in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi visitatore.

Tra spiagge, città e avventure, ecco cosa non si può perdere durante un viaggio in Albania:

  • Spiagge, parchi marini e siti archeologici: a pochi km dalla capitale Tirana, Durazzo è uno dei centri abitati più antichi dei Balcani, custode di importanti siti archeologici, tra tutti il grande anfiteatro nel cuore della città che, nell’antichità, poteva ospitare fino a 20.000 persone. L’antica Dyrrachium è circondata da spiagge molto frequentate in alta stagione, come Golem, con lidi di sabbia fine e distese di pinete. Scendendo verso sud, Valona è il punto di partenza per andare alla scoperta delle bellezze della costa meridionale albanese. La città è un mix di spiagge e punti di interesse culturale, tra cui il monastero di Zvernec, la cui laguna circostante è popolata da colonie di fenicotteri migratori, il castello di Kanina, il centro storico da poco restaurato e il Parco Nazionale Marino della Penisola di Karaburun e Isola di Sazan, ex zona militare oggi aperta al pubblico, con alcune delle spiagge più belle del Paese, grotte divenute habitat di foche mediterranee e natura incontaminata.
  • La riviera meridionale: Quello che collega il passo montano di Llogara, a sud di Valona, fino a Ksamil, ultimo avamposto albanese prima del confine greco, è il tratto di costa più affascinante d’Albania. Un territorio caratterizzato da montagne, spiagge da cartolina, villaggi in pietra, monasteri, canyon e castelli che affacciano sul mare. I borghi di Dhërmi, Vuno e Qeparo, con abitazioni tradizionali, chiesette bianche dalle cupole azzurre e bouganville rigogliose, sono uno più bello dell’altro. Dal castello di Himara si ammira uno dei panorami più affascinanti lungo la costa, mentre Saranda è la destinazione imperdibile per chi è alla ricerca di vivace vita notturna. Ksamil è la località più famosa della zona, presa d’assalto in alta stagione, ma bellissima a inizio e fine estate. Il vero gioiello della riviera è, però, la Fortezza di Ali Pasha, nei pressi dell’ex base militare di Porto Palermo, una struttura triangolare con torri a sezione rotonda, a picco sul mare.
  • Il parco archeologico di Butrinto: alle spalle di Ksamil, il Parco Archeologico di Butrinto è il sito storico più importante d’Albania, con resti archeologici che spaziano dall’epoca illirica al medioevo, fondato, secondo Virgilio, dal troiano Eleno, figlio del re Priamo, che dopo la caduta di Troia si spostò a occidente. Il percorso, all’interno di una rigogliosa foresta, è ricco di resti archeologici, tra cui spiccano il teatro romano, la basilica risalente al VI secolo, il battistero paleocristiano, la porta dei leoni e la fortezza veneziana, che ospita un museo al cui interno è narrata la storia dell’antica cittadina.

Insomma un luogo da ammirare in tutto il suo splendore! Buon viaggio!

Cosa fare dopo il diploma?…piccola guida per gli indecisi

Gli esami di maturità sono agli sgoccioli e tanti ragazzi e ragazze si chiedono cosa fare dopo il diploma, qualcuno avrà già le idee chiarissime, ma immaginiamo che forse in pochi conoscono tutte le possibilità che esistono per i giovani che hanno finito la scuola.

Se anche tu rientri nella categoria degli indecisi, in questo articolo troverai informazioni e consigli per orientarti meglio nel mondo dei giovani adulti e scegliere cosa fare dopo il diploma con più serenità.

Per capire davvero cosa fare dopo il diploma, spesso è necessario prendersi una pausa dallo studio e schiarirsi le idee. Prendersi una pausa non significa non fare nulla o starsene con le mani in mano...potrebbe invece essere l'occasione per imparare nuove cose, scoprire nuovi lati di sè, che potrebbero poi facilitare la scelta futura su quale direzione prendere. Puoi infatti migliorare la tua conoscenza di una lingua straniera seguendo un corso di lingua nella tua città o all’estero; oppure seguire dei corsi di formazione dalla durata variabile; oppure fare del volontariato per fare un’esperienza che ti avvicinerà al mondo del lavoro.

Fare il Servizio Civile Universale dopo il diploma

Il Servizio Civile Universale consiste in un servizio di volontariato retribuito promosso dallo Stato italiano per impiegare i giovani cittadini in attività sociali che migliorano il benessere della collettività, potenziando anche l’occupazione giovanile.

Gli ambiti nei quali è possibile svolgere il servizio civile sono:

-ambiente;
-assistenza;
-educazione e promozione culturale;
-patrimonio artistico e culturale;
-protezione civile;
-servizio civile all’estero.

I progetti hanno una durata dagli 8 ai 12 mesi e prevedono un monte ore settimanale di 25 ore di servizio. Diventare un operatore volontario rappresenta un’occasione di formazione e crescita individuale unica, soprattutto per chi non sa cosa fare dopo il diploma e potrebbe avere difficoltà a trovare subito un lavoro vista la mancanza di esperienza professionale.

Ogni progetto ha le sue caratteristiche specifiche in merito a mansioni e durata, per saperne di più visita la pagina ad esso dedicata.

Cercare il tuo primo lavoro dopo il diploma

Un’altra possibilità tra le cose da fare dopo il diploma è cercare un primo lavoro. Che si tratti di lavorare nella ristorazione, nelle vendite, in azienda o in qualsiasi settore, lavorare è certamente un modo di guadagnare un po’ di indipendenza economica e personale.

Per trovare un lavoro dopo il liceo è necessario preparare un buon curriculum vitae, anche senza esperienza lavorativa!

Una volta pronto il tuo CV, è il momento di consegnarlo ai datori di lavoro. Puoi consegnarlo di persona nei negozi o negli uffici della tua città, inviarlo per mail agli enti dove vorresti lavorare (di solito sul sito web trovi una sezione “lavora con noi” o “contatti”), oppure puoi chiedere aiuto ai punti informagiovani e alle agenzie per il lavoro della tua città.

Proseguire gli studi dopo il diploma

Nell'indecisione che accompagna questa fase della vita è possibile che tu sia solamente incerto su quale strada intraprendere e non sai a che corso di laurea o di formazione o post-diploma iscriverti.

Si tratta di una decisione importante e difficile, ma non è impossibile trovare la strada giusta.

Ecco un po’ di consigli per facilitarti nella scelta:

Chiediti anzitutto quali ambiti lavorativi ti interessano oppure quali materie ti appassionano di più. Se non sai ancora quale lavoro potrebbe piacerti, scegliere le materie che ti piacciono potrà portarti a scoprire quali lavori sono possibili con le conoscenze che maturerai all’università;

Chiedi pareri agli studenti universitari sulla loro esperienza. Se non conosci nessuno, puoi trovare tanti gruppi di studenti universitari su Facebook e chiedere loro informazioni sui corsi di laurea e le possibilità di impiego;

Ogni università è famosa per un settore di studi specifico. Cerca di capire quali sono le migliori università italiane per il settore che ti interessa e parla con i tuoi genitori per capire se puoi studiare in un’altra città.

“Questo mondo non mi renderà cattivo”, la nuova serie di Zerocalcare sbarca su Netflix

"Questo mondo non mi renderà cattivo" è il nuovo progetto in sei episodi del fumettista romano Zerocalcare.

Dopo che, nella serata dell'8 giugno i primi due episodi sono stati proiettati in anteprima all'Ex Mattatoio di Testaccio, dal 9 giugno il nuovo progetto d'animazione sarà disponibile per tutti sulla piattaforma tv.

La serie è composta da 6 episodi di circa mezz'ora ciascuno, si tratta dunque di un progetto dal formato molto più lungo di "Strappare lungo i bordi" che aveva fatto conoscere più di un anno e mezzo fa Zerocalcare al pubblico di Netflix. E anche la storia, in questo caso, ha un respiro molto più simile al racconto cinematografico.

A tornare, in "Questo mondo non mi renderà cattivo", saranno il mondo narrativo, il linguaggio unico e i personaggi storici e inconfondibili dell’universo di Zerocalcare: Zero, Sarah, Secco, l’Armadillo, l’immancabile coscienza di Zero, doppiato anche questa volta dalla voce di Valerio Mastandrea, a cui si aggiunge un nuovo personaggio, Cesare.

"Questo mondo non mi renderà cattivo" racconta la difficoltà di rimanere se stessi in mezzo alle contraddizioni della vita. Il titolo stesso della serie, che trae ispirazione da un brano di un cantautore romano, rappresenta una sorta di mantra, una frase che sembra aleggiare su tutte le decisioni che i protagonisti si trovano a dover prendere nel corso della storia quasi per auto-convincersi, nei momenti più difficili, quelli in cui diventa più forte il rischio di fare scelte sbagliate e rinnegare i propri ideali pur di togliersi dai guai.

In termini di temi trattati e di potenza comunicativa, la nuova serie di Zerocalcare per Netflix è indirizzata sui giusti binari per rappresentare una diretta evoluzione dello show d'esordio del fumettista romano.

Corsi Online. Le migliori piattaforme per l’apprendimento digitale

Mai sentito parlare di MOOC (Massive Open Online Courses)?

Sono corsi online, spesso gratuiti (mediamente è previsto solo il pagamento per il rilascio del certificato verificato), di ogni genere, ordine e grado. Sono piattaforme digitali, che consentono per via telematica l’apprendimento di varie discipline.

Sono corsi gratuiti che raccolgono alcune tra le università e le istituzione più illustri.

La maggior parte dei corsi sono in lingua inglese, tuttavia alcune piattaforme offrono la possibilità dei sottotitoli o di selezionare differenti opzioni di linguistiche.

I corsi si dividono per livelli come: pre-universitario, universitario, master, formazione professionale, formazione a livello tecnico. Tutte le lezioni sono digitalizzate, così come i materiali didattici e i quiz.

Per iscriversi è sufficiente registrarsi al sito del corso a cui siete interessati.

I corsi hanno scadenze e test finali che si devono svolgere necessariamente in uno specifico lasso di tempo.

Facendo una breve ricerca sul web è facile imbattersi in molteplice corsi, più o meno validi, vale la pena perciò soffermarsi un attimo e valutare quali siano le migliori piattaforme per l’apprendimento digitale!

1- COURSERA
COURSERA , con oltre 150 università partner da tutto il mondo, è oggi una delle piattaforme con il catalogo di corsi più vasto.

E’ stata fondata da due professori della Stanford University. I corsi sono gratuiti, alcuni corsi sono offerti in più di una lingua e spesso i video sono sottotitolati in inglese. Per ogni corso viene rilasciato un certificato di frequenza non verificato. Tuttavia esiste la possibilità di ottenere a pagamento il certificato rilasciato dall’università che ha fatto il corso.

2- EdX
EdX, fondata dal MIT di Boston e dall’Università di Harvard, fornisce corsi di altissimo livello.

I corsi sono gratuiti e alla fine di ogni percorso formativo verrà rilasciato un certificato gratuito non verificato (verificato solo in caso di pagamento). In questa piattaforma inoltre è possibile trovare alcuni corsi in lingua italiana.

3 - UDACITY
Nata dalla Stanford University, UDACITY offre corsi principalmente di carattere scientifico-matematico, seguiti da lezioni online di design e business divisi per livello di apprendimento.

La maggior parte dei corsi sono a pagamento ma è possibile trovarne qualcuno gratuito. I corsi sono tutti in lingua inglese.

4 - UDEMY
La particolarità dei corsi online di UDEMY è che i corsi possono essere personalizzati.

La piattaforma si collega ad altri siti creando una rete didattica dinamica, dando la possibilità di mescolare i contenuti permettendo di crearti il tuo percorso formativo personalizzato.

5 - FUTURE LEARN
Attualmente la più grande piattaforma di MOOC britannica che coinvolge alcune delle più prestigiose università britanniche e non.

Fondata dalla Open University, oggi la FUTURE LEARN collabora con università prestigiose quali la British Library, il British Museum, e la National Film and Television School.

6 - ALISON
ALISON è una piattaforma irlandese che consente di approfondire argomenti quali sociologia, sviluppo e web, fotografia digitali e molti altri corsi.

Al termine del percorso è possibili richiedere un certificato che attesti il completamento del percorso.

7 - EDUOPEN
Il progetto è finanziato dal MIUR e vede aggregati oltre 17 attenei italiani. EDUOPEN fornisce corsi gratuiti con date e inizi precisi.

Al termine di ogni corso è previsto il rilascio di un certificato di partecipazione che attesta il livello del corso cui si è partecipato.

8- BOOK – UNIBO OPEN KNOWLEDGE
BOOK – UniBO Open Knowledge è nato dalla collaborazione tra l’Università di Bologna e il Politecnico di Milano con l’obbiettivo di promuovere lo sviluppo e la diffusione dei MOOC.

Gli studenti di Bologna possono accedere senza registrarsi, basta inserire le credenziali di ateneo. I corsi sono gratuiti e al termine di ogni corso è rilasciato un attestato di partecipazione.

9 - KHAN ACADEMY
La Khan Academy è una organizzazione no profit che si pone come obbiettivo quello di fornire una educazione gratuita, offrendo numerosi corsi di qualsiasi ordine e grado. È uno dei siti educativi più noti a livello globale.

10 - FEDERICA WEB LEARNING
Promossa dal Centro d’Ateneo dell’Università di Napoli Federico II, il quale si impegna di promuovere i vantaggi della didattica multimediale. Federica Web Learning offre corsi di alta formazione online ad accesso libero, fornendo una didattica innovativa e accessibile a tutti.

Alla scoperta della capitale europea della Gioventù

Perchè non pensare ad un viaggio in una capitale europea? Magari la meno popolata? oppure quella più a nord?

L'occasione forse più interessante la offre una capitale che potremmo definire itinerante, poichè si sposta continuamente a partire dal 2009. Stiamo parlando della Capitale europea della Gioventù.

Il titolo di “Capitale europea della gioventù” è conferito da European Youth Forum per responsabilizzare i giovani, incoraggiarli ad una partecipazione attiva alla società e rafforzare l’identità europea. La città che viene quindi fregiata del titolo avrà il compito di proporre e implementare iniziative e progetti in grado di valorizzare il contributo sociale, culturale, politico ed economico dei giovani.

La prima capitale europea dei giovani risale al 2009 ed è stata Rotterdam, nei Paesi Bassi; subito dopo è stata Torino ad essere stata - per ora - l'unica Capitale europea della gioventù in Italia.

Dal 2021, Eurodesk Italy organizza una visita studio nella designata Capitale europea della Gioventù, come parte della formazione in favore della rete nazionale italiana. La visita rappresenta un'occasione di incontro tra giovani europei, amministrazioni pubbliche e istituzioni europee.

Nel 2023 il titolo si sposta a Lublino, in Polonia.

Il programma della città di Lublino come Capitale europea della gioventù 2023 si concentra su tre aree tematiche:

-Città per i giovani - attività pensate dalla "città" per i giovani
-Giovani per la Città - progetti/iniziative per i giovani
-Giovani e Città - cooperazione e partenariato tra i giovani e la "città" nella progettazione e realizzazione di progetti condivisi.


L'obiettivo della città è raccogliere le migliori idee per le politiche giovanili attraverso il networking, i partenariati e lo scambio di buone pratiche, consentendo:

- pari opportunità per lo sviluppo dei giovani;
- di rafforzare la loro importanza nella vita sociale;
- di promuovere l'inclusione nelle attività di formazione.


Seguendo le tre diverse aree tematiche, per tutto il 2023, Lublino ospiterà dunque eventi culturali, sportivi, musicali che vedranno i giovani protagonisti del cambiamento.


Se siete curiosi di conoscere il programma di tutto il 2023, cliccate qui