IA: paura o speranza per il futuro dei giovani?

Il dibattito sull’intelligenza artificiale si fa sempre più acceso, in modo particolare quando si tratta di analizzare il suo impatto sulla Generazione Z e sulle prospettive di ingresso nel mondo del lavoro.

Sembra quasi che la tecnologia, invece di aprire e facilitare nuove prospettive, stia mettendo i bastoni tra le ruote ad esempio a chi muove i primi passi nel mondo del lavoro.

Ma è davvero così?

La domanda che ci possiamo fare nel rapporto tra Generazione Z e IA è se quest'ultima chiude le porte o apre invece nuove opportunità?
Il dato che preoccupa è quello relativo alle assunzioni: ad esempio nel 2024, le aziende del settore tech hanno ridotto del 25% le opportunità per i neolaureati rispetto all’anno precedente. Inoltre le aziende stanno rivedendo le proprie strategie di recruiting, tagliando soprattutto sui lavori entry level, ovvero quelle mansioni considerate più facilmente sostituibili da processi automatizzati.

Non è difficile intuire il motivo: le attività ripetitive, standardizzate e a basso valore aggiunto sono il terreno ideale per l’automazione. I sistemi di IA generativa riescono a svolgere questi compiti con una rapidità e una precisione che difficilmente possono essere eguagliate da un essere umano alle prime armi.

Eppure, esiste anche un rovescio della medaglia. Se da un lato si assiste a una contrazione delle opportunità per chi è all’inizio del percorso, dall’altro cresce la richiesta di figure con esperienza alle spalle. È il classico paradosso del lavoro: si cercano persone già formate, ma si riducono gli spazi per chi dovrebbe formarsi sul campo. Un vero e proprio circolo vizioso che rischia di lasciare la Generazione Z in un limbo di attesa e incertezza.


Tuttavia, non tutto è perduto. Guardando con maggiore attenzione, emergono segnali che invitano a non cedere a una visione catastrofista. Un recente sondaggio IBM rivela che ben tre progetti di intelligenza artificiale su quattro non raggiungono il ritorno sull’investimento promesso. E uno studio del National Bureau of Economic Research sottolinea come, almeno per ora, la tecnologia non abbia ancora intaccato in modo significativo i salari o le ore lavorate nei settori più esposti.

Inoltre, molte organizzazioni stanno iniziando a considerare l’intelligenza artificiale non come una minaccia, ma come uno strumento di supporto per i giovani talenti. In ambiti come il marketing e l’assistenza clienti, la tecnologia viene utilizzata per potenziare la produttività, permettendo ai dipendenti di dedicarsi ad attività a più alto valore aggiunto e di acquisire nuove competenze. In altre parole, il futuro non è già scritto: molto dipende da come sapremo sfruttare le opportunità che la trasformazione digitale ci offre.

Proprio per questo si può consigliare ai giovani di puntare sulle competenze STEM, ma senza trascurare le cosiddette “metacompetenze” – pensiero critico, creatività, adattabilità – che rappresentano un valore aggiunto in un mercato del lavoro sempre più dinamico e imprevedibile. In fondo, se c’è una cosa che l’automazione non potrà mai replicare, è la capacità umana di reinventarsi, di leggere tra le righe, di trovare soluzioni originali ai problemi complessi.

Manager della transizione digitale

Il Manager della transizione digitale è una figura cruciale per aziende e pubbliche amministrazioni, soprattutto nel contesto attuale caratterizzato da continui cambiamenti tecnologici. E' un professionista che integra le nuove tecnologie nella realtà in cui opera, assicurando che l’innovazione sia accompagnata da un adeguato cambiamento organizzativo.

Il Manager della transizione digitale (Digital Transformation Manager o Digital Transition Manager) è una figura professionale sempre più centrale nel panorama aziendale e nella Pubblica Amministrazione. Il suo ruolo nasce dalla necessità crescente di adattarsi ai continui cambiamenti tecnologici e digitali, integrando nuove tecnologie nei processi aziendali per migliorarne l’efficienza e l’efficacia operativa.

Il responsabile per la transizione digitale non si limita a implementare nuove tecnologie nel contesto in cui opera, ma guida l’intera organizzazione attraverso un cambiamento culturale, che coinvolge processi, strategie e modelli di business. In pratica, questo professionista svolge un ruolo chiave nell’orientare le aziende nel loro percorso di trasformazione digitale, garantendo che ogni parte dell’organizzazione sia allineata agli obiettivi di innovazione e digitalizzazione.

Quali sono i compiti del responsabile per la transizione al digitale?
Questo professionista è chiamato a sfruttare le potenzialità offerte dalle tecnologie per innovare un’impresa e renderla maggiormente competitiva sul mercato. I suoi compiti sono, dunque, coerenti con questo suo ruolo strategico e richiedono un approccio trasversale che investe diverse funzioni aziendali.

Nel dettaglio si occupa di:

  • analisi dei processi aziendali: valuta lo stato attuale dei processi aziendali e identifica le aree che potrebbero beneficiare di una digitalizzazione;
  • pianificazione e gestione della strategia di digitalizzazione: elabora un piano strategico per l’implementazione delle tecnologie digitali, in linea con il budget a disposizione e le tempistiche stimate, allineandolo agli obiettivi aziendali a lungo termine;
  • gestione del cambiamento: si occupa della gestione del cambiamento organizzativo e culturale, favorendo l’adozione delle nuove tecnologie da parte di tutti i dipendenti e dirigenti;
  • ricerca di nuove soluzioni digitali: cerca e valuta nuove tecnologie e strumenti digitali che possono migliorare i processi aziendali, aumentare l’efficienza, ridurre i costi o creare nuove opportunità di business, anticipando le esigenze future dell’azienda;
  • collaborazione con team interdisciplinari: lavora a stretto contatto con diversi dipartimenti quali IT, marketing, risorse umane e finanza, per assicurare una trasformazione digitale integrata e più consapevole;
  • monitoraggio e ottimizzazione: una volta implementate le nuove tecnologie, il responsabile monitora continuamente le prestazioni e l’efficacia delle soluzioni digitali adottate, apportando miglioramenti dove necessario.

Dove lavora il Manager della transizione digitale?
Trova opportunità di lavoro in diverse tipologie di organizzazioni, sia nel settore privato che nella Pubblica Amministrazione. Le grandi aziende e quelle con una forte propensione all’innovazione sono quelle che più frequentemente necessitano di un Manager della trasformazione digitale per gestire l’integrazione di tecnologie avanzate. Tuttavia, anche le piccole e medie imprese stanno riconoscendo l’importanza di questa figura per rimanere competitive nel mercato globale.

Nel settore pubblico,il Responsabile Transizione Digitale è diventato una figura dirigenziale obbligatoria per garantire che le amministrazioni pubbliche possano offrire servizi pubblici digitali efficienti, coerenti con l’adozione di modelli di relazione trasparenti con i cittadini.

Come diventare Manager della transizione digitale?
Diventare un Manager della transizione digitale, una delle figure più ricercate tra i lavori del futuro, richiede un mix di competenze tecniche orizzontali e soft skills, che possono essere acquisite attraverso una formazione universitaria specifica e l’esperienza sul campo. Proprio per questo motivo, fra i requisiti di base più diffusi vi è un titolo di Laurea e/o un Master universitario.

Sebbene non esista un percorso di studi unico e prestabilito per ricoprire questo ruolo, ci sono percorsi di Laurea che offrono una preparazione adeguata a svolgere questo ruolo:

- Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale, fornisce competenze ingegneristiche e gestionali legate ai processi di Digital Management nei sistemi pubblici e privati;
- Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale, forma i futuri ingegneri gestionali per l’Innovazione Digitale, capaci di analizzare, progettare e gestire progetti di Digital Transformation che integrano tecnologia, economia e organizzazione;
- Laurea in Ingegneria Informatica per la Transizione Digitale, fornisce le competenze necessarie per la digitalizzazione dei sistemi produttivi, logistici e della pubblica amministrazione;
- Laurea Magistrale in Economia e Management, ideato per chi vuole ricoprire posizioni di responsabilità e prestigio nell’economia e management digitale aziendale.

Quali sono le competenze del Manager della transizione digitale?
Hard skills
-Conoscenza delle tecnologie emergenti come l’Intelligenza Artificiale, Big Data e IoT;
-Cybersecurity e tecniche di protezione dei dati e delle infrastrutture digitali;
-Comprensione dell’Industria 4.0 e delle Key Enabling Technologies (KET);
-Data Management, dashboarding e analysis;
-Project Management;
-Risk Management;
-Change & Innovation Management;
-Web Design;
-Sistemi ERP;
-Business Intelligence;
-Fintech;
-Open innovation;
-Knowledge Management e apprendimento organizzativo.

Soft skills
-Gestione dei progetti digitali;
-Comunicazione efficace;
-Problem-solving;
-Gestione del cambiamento;
-Adattabilità e flessibilità;
-Leadership;
-Pensiero strategico;
-Gestione del tempo e delle priorità;
-Orientamento ai risultati.

In conclusione, essere un Manager della transizione digitale richiede una solida preparazione tecnica e manageriale, accompagnata da una costante capacità di adattamento e innovazione. Questo ruolo rappresenta una delle professioni più strategiche del futuro, che è e sarà di cruciale importanza in un mondo sempre più digitale e interconnesso.

Non esiste coraggio senza paura – 31 Meeting giovani

Prende il via il 31° Meeting Giovani con un titolo proposto dai giovani per quest'edizione: “NON ESISTE CORAGGIO SENZA PAURA”. L'evento si svolgerà al Teatro al Parco - Parco Ducale Parma - nelle giornate del 7-8-9 maggio 2025.

Il progetto è promosso dallo Spazio Giovani dell’Ausl di Parma, in collaborazione con Comune di Parma, Università degli Studi di Parma, Ufficio Scolastico Provinciale di Parma e Piacenza, Associazione di Promozione Sociale Galleria dei Pensieri, Compagnia Era Acquario.

Dal 2002 è stato firmato un Protocollo di Collaborazione fra i suddetti enti che hanno costituito il Comitato Scientifico/Organizzativo del Meeting Giovani per garantire continuità e coerenza all’esperienza attraverso forme consolidate di collaborazione tra gli Enti.

AREE TEMATICHE DI INTERVENTO:
Benessere Individuale e Relazionale, Sani Stili di Vita.


OBIETTIVI GENERALI:
Promozione della salute e prevenzione del disagio giovanile.


Con gli adolescenti:
-attivare riflessioni su temi che riguardano la loro salute fisica, psicologica, interpersonale e sociale;
-promuovere la capacità di lavorare in gruppo con i pari e con gli adulti;
-promuovere la creatività ed il protagonismo giovanile;
-stimolare l’impegno e la partecipazione attiva alla vita sociale scolastica e della comunità locale;
-condividere riflessioni e bisogni con altri giovani;
-far conoscere e avvicinare i ragazzi ai servizi a loro dedicati e rendere appropriati gli interventi dei servizi stessi.

Con gli adulti:
-proporre il ruolo dell’adulto come facilitatore del processo di crescita personale dei ragazzi e della messa in atto di scelte consapevoli e responsabili;
-sostenere il lavoro degli insegnanti e degli adulti facilitatori attraverso interventi tenuti da Psicologi di Comunità per affrontare tematiche relative alle dinamiche relazionali all’interno del gruppo.

DESTINATARI:
-Studenti Scuola Secondaria 1 Grado, Studenti Scuola Secondaria 2 Grado, Studenti Enti di Formazione, Docenti, Figure professionali varie (psicologi, educatori, etc)

-Adolescenti (fra i 13 ed i 20 anni) ed i loro adulti di riferimento: insegnanti, facilitatori, educatori ecc..
Dal punto di vista territoriale il Meeting Giovani si rivolge alla città e provincia di Parma e coinvolge Istituti Secondari di I e II grado, Enti di Formazione Professionale, Centri di Aggregazione Giovanile, Associazioni, Parrocchie, gruppi giovani spontanei.

Il tema per l'edizione 2025 è: “Non esiste coraggio senza paura”.

IL MEETING E’….

  • un “intervento di rete” per aprire uno spazio di riflessione e confronto, in cui gli adolescenti, in collaborazione con gli adulti, possono lavorare insieme sulle loro problematiche e promuovere una metodologia di lavoro, in cui si facilita la libera espressione di sé;
  • un momento d'incontro in cui i ragazzi condividono sia i risultati delle ricerche, sia l’esperienza acquisita nelle relazioni interpersonali;
  • uno spazio di libera espressione, di comunicazione e condivisione, di ascolto e di partecipazione

Darà il via all'iniziativa la Serata Inaugurale che si terrà Mercoledì 7 maggio alle ore 20.30 con uno Spettacolo di Teatro e Danza realizzato da: Compagnia Era Acquario, Scuola Media L. Vicini, Liceo Marconi e Centro Giovani Esprit.

Scarica il programma

EuroTips – 2025 anno europeo per la cittadinanza digitale

Ci stiamo addentrando sempre di più nell’era digitale, ma come possiamo assicurare che tutti abbiano le competenze necessarie per partecipare in modo responsabile, sicuro ed efficace al mondo digitale? L’Anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale 2025 intende rispondere a questa domanda promuovendo l’educazione alla cittadinanza digitale in tutta Europa. Questa iniziativa, approvata da 46 ministri dell’Istruzione europei, mira a fornire ai cittadini le competenze necessarie per prosperare in una società digitalmente connessa, incoraggiando un senso di responsabilità condivisa, la partecipazione democratica e i diritti umani online.

Che cos’è l’educazione alla cittadinanza digitale?

L’educazione alla cittadinanza digitale (ECD) va ben oltre l’insegnamento dell’utilizzo degli strumenti digitali. Introduce valori, comportamenti, competenze e conoscenze che consentono alle persone di diventare partecipanti informati, attivi ed etici nel mondo digitali.

Nel 2025, l’Anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale sarà un invito ad agire, incoraggiando le parti coinvolte, dai governi alle singole persone, a impegnarsi a rendere la cittadinanza digitale un elemento essenziale dei sistemi educativi. Il quadro del Consiglio d’Europa verterà sulle aree seguenti:

– Pensiero critico e alfabetizzazione digitale
– Rispetto dei diritti e delle libertà digitali
– Partecipazione attiva e impegno civico
– Sicurezza e benessere nel mondo digitale

Perché l’Anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale è così importante?

Pur offrendo alle persone un accesso senza precedenti all’informazione, all’istruzione e alla comunicazione, le tecnologie digitali le espongono anche a diversi rischi online. Questi includono minacce come le molestie online, il furto d’identità e la divulgazione di notizie false, che possono minare la fiducia nei sistemi democratici.

L’educazione alla cittadinanza digitale consente alle persone di:
– Proteggere la propria privacy e rispettare quella degli altri.
– Riconoscere e mettere in discussione la disinformazione, la manipolazione online e i contenuti dannosi.
– Partecipare attivamente a comunità online, incoraggiando la collaborazione, l’inclusione e il rispetto reciproco.
– Difendere e sostenere i diritti umani e i valori democratici negli spazi digitali.
– Identificare e gestire i rischi, come il cyberbullismo e il discorso d’odio.

L’Anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale farà in modo di garantire che tutti i cittadini, soprattutto le generazioni più giovani, abbiano le competenze digitali necessarie per navigare in questo ambiente in modo sicuro, efficace e responsabile.

Per approfondire puoi visitare il sito ufficiale dedicato all’Anno Europeo per la Cittadinanza Digitale.

Il mondo del lavoro ricerca…IMPRENDITORE DELLA RISTORAZIONE

Imprenditore della ristorazione: chi è e di cosa si occupa

Per chi aspira a lavorare nel mondo della ristorazione, ha competenze manageriali culinarie e ambisce a gestire un locale, l’imprenditore della ristorazione è la professione perfetta.

Cosa fa un imprenditore della ristorazione?

Principalmente crea, sviluppa e gestisce attività di business orientate all’enogastronomia e all’accoglienza. I suoi compiti sono simili a quelli di un Manager della ristorazione salvo il fatto che, quest’ultimo, anziché aprire una sua attività, gestisce ristoranti indipendenti oppure appartenenti a catene.

Ma come si fa a diventare un imprenditore di successo in questo settore?

Le competenze di un imprenditore della ristorazione

Un imprenditore della ristorazione possiede competenze trasversali, che vanno dall'enogastronomia al Management. In particolare, deve:

  • saper redigere un Business Plan, pianificando strategie e obiettivi, definendo il posizionamento ed effettuando previsioni finanziarie;
  • avere una formazione economica e una forte propensione alla Leadership;
  • saper utilizzare strategie che soddisfino i bisogni del cliente e che creino un’esperienza “diversa”. Un buon Manager della ristorazione sa infatti di dover creare un business che si differenzi da quello dei suoi Competitors;
  • avere capacità di Budgeting e conoscenze finanziarie, per evitare che le uscite superino le entrate;
  • disporre di competenze Marketing, mirate al settore Food: dal Marketing digitale oggi non si può prescindere, ed è fondamentale conoscere le tecniche di promozione online e offline (Social Media, Google AdWords, campagne pubblicitarie tradizionali, ecc.);
  • avere conoscenze base nel campo del Design e del Food Design;
  • saper gestire lo Staff, formando la forza lavoro, stabilendo i turni di lavoro e assicurandosi di rafforzare lo spirito di squadra;
  • fare in modo che vengano rispettati gli standard di igiene e sicurezza previsti per questo settore.

Rientra tra le competenze del Manager della ristorazione anche la conoscenza della lingua inglese, soprattutto se il ristorante è orientato ad una clientela internazionale.

Per svolgere al meglio questa professione, è poi necessario avere delle buone conoscenze enogastronomiche che aiutano a scegliere con cura le materie prime e a definire il menù insieme a Chef e Sommelier. Un buon imprenditore, infatti, si consulta sempre con il personale di cucina, di sala e del bar per stabilire la carta.

Come diventare un imprenditore di successo?

Per diventare un imprenditore della ristorazione di successo è possibile scegliere uno dei numerosi corsi offerti dalle università, da enti o da Chef qualificati.

Si può optare per un corso specifico oppure, se si ha una formazione di tipo economico o finanziario, specializzarsi nel settore enogastronomico con un Master in Food & Wine oppure in Food & Beverage. Molti imprenditori della ristorazione hanno, infine, un diploma di scuola alberghiera, seguito da un corso di specializzazione e da diversi anni sul campo.

Quanto guadagna un imprenditore della ristorazione?

Tutto dipende dalla tipologia di ristorante e dal suo fatturato: si possono guadagnare 30.000 euro l’anno come 100.000 e più.

Data scientist, l’analista dei dati che fa crescere l’azienda

Oggi i dati sono elementi sempre più fondamentali della nostra vita quotidiana e crescono in maniera esponenziale. Solo negli ultimi due anni è stato creato il 90% dei dati in circolazione. Dai contenuti condivisi sui social media ai dati bancari, archivi di immagini e video, segnali Gps, dati telefonici e così via. Sono solo alcuni esempi che rendono particolarmente chiara l’importanza di una figura professionale ormai divenuta necessaria e sempre più richiesta nel mercato del lavoro: il Data Scientist, l’esperto di analisi dei dati, strutturati e non strutturati, con obiettivo primo quello di aiutare a raggiungere precisi goals aziendali.

Chi è e cosa fa il Data Scientist?
Il ruolo del Data Scientist diventa ogni giorno più importante, se si pensa che le aziende si affidano sempre più a Big Data, Analytics e Tecnologie Cloud, di Automazione e Machine Learning prima di prendere decisioni fondamentali per la crescita dell’azienda. L’obiettivo principale di questa nuova figura professionale è l’organizzazione e l’analisi di grandi quantità di dati, spesso con il supporto di software progettati ad hoc. I dati analizzati (spesso si tratta di Big Data) sono di due tipi: i dati strutturati e i dati non strutturati. I primi sono organizzati per categorie e possono essere ordinati, letti e organizzati automaticamente da un sistema, come ad esempio i dati sul traffico di un sito web, cifre di vendita, coordinate bancarie o coordinate GPS raccolte da uno smartphone. I secondi sono più difficili da classificare in modo automatizzato e per questo hanno dei costi maggiori: si tratta di input di persone, come per esempio recensioni dei clienti, email, video, messaggi sui social media e così via.  È in questo frangente che si inserisce il Data Scientist, in grado di codificare al meglio i dati non strutturati, in modo da aumentare la competitività e il fatturato dell’azienda.

Quali competenze ha il Data Scientist?
Per diventare un Data Scientist di successo ci sono molte vie, ma la maggior parte di loro ha una laurea o una specializzazione di livello superiore. Ciò che si richiede, però, sono competenze trasversali perché il ruolo della nuova figura professionale dipende molto dal settore in cui si lavora: ad esempio, in un’azienda specializzata potrebbe essere richiesta un’ulteriore formazione, e le competenze necessarie nel settore marketing saranno diverse da quelle del settore sanitario o dell’istruzione.

Ciò che è certo è che il Data Scientist deve possedere le seguenti skills:
1. Programmazione: è la capacità più importante del Data Scientist, poiché migliora le competenze in ambito statistico e permette di analizzare una grande quantità di dati con la possibilità di crearsi i propri strumenti;
2. Analisi Quantitativa: è la tecnica di analisi finanziaria che cerca di capire il comportamento dei mercati utilizzando modelli matematici e statistici complessi. In questo modo è possibile per il Data Scientist scalare la strategia sui dati e implementare il Machine Learning;
3. Comprensione del Prodotto: comprendere i prodotti aiuta a eseguire analisi quantitative, prevedere il comportamento di un sistema, stabilire metriche e migliorare le abilità di debug;
4. Comunicazione: la più importante tra le soft skills in ogni settore, grazie alla quale è possibile sfruttare al meglio tutte le altre competenze
5. Lavoro di squadra: la capacità di lavorare in armonia in un gruppo è fondamentale per il Data Scientist. Si tratta di saper accogliere feedback e condividere con altri le proprie conoscenze

Quanto guadagna il Data Scientist?
Secondo il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti la figura del Data Scientist è sempre più richiesta e i posti di lavoro in questo settore aumenteranno dell’11 per centro entro il 2024. A confermarlo è il report “50 Best Jobs in America” di Glassdoor, secondo cui il Data Scientist è la migliore posizione lavorativa in ogni settore per opportunità di lavoro, salario e soddisfazione personale. Lo stipendio medio di un Data Scientist, secondo dati della Technology and IT Salary Guide di Robert Half per il 2018, varia in base all’esperienza da 87 mila a 140 mila euro all’anno.

Ragazze Digitali ER, Industrie culturali e creative e Transizione ecologica: tornano i summer camp gratuiti della Regione

Sostenere giovani e famiglie nella scelta dei percorsi post-diploma e universitari e ridurre il divario digitale di genere. Con questi obiettivi tornano nel 2025 in Emilia-Romagna Ragazze Digitali ER e i Summer Camp dedicati alle Industrie culturali e creative e alla Transizione ecologica.

Lo scopo è quello di ridurre il divario digitale di genere e sostenere ragazzi e famiglie nella scelta dei percorsi post-diploma e universitari.

I Progetti sono indirizzati alle classi terze e quarte degli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado dell’Emilia-Romagna e sono articolati come segue:

-25 percorsi approvati nell’ambito di Ragazze Digitali ER, destinati a 538 studentesse per ridurre il divario di genere nella formazione tecnico-scientifica, con un finanziamento di oltre 274mila euro;
-13 campi di orientamento dedicati alla transizione ecologica rivolti a 265 partecipanti, ragazzi e ragazze, per una dotazione finanziaria che supera i 130mila euro;
-9 Summer camp ICC – Industrie culturali e creativeper 180 partecipanti, con quasi 100mila euro di contributi.

Gli obiettivi
Le azioni proposte intendono fornire ai giovani e alle loro famiglie gli strumenti per scegliere con maggiore consapevolezza il proprio futuro e acquisire nuove competenze su temi come ingegneria informatica, scienze biomediche, analisi degli impatti climatici, bioingegneria, progettazione di videogiochi, intelligenza artificiale, stampa 3D, studio di nuovi materiali e valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale della regione.

Tra gli obiettivi previsti innanzitutto il contrasto agli stereotipi di genere, che ancora troppo spesso allontanano le ragazze dallo studio delle materie scientifiche: il progetto Ragazze Digitali ER punta proprio a far acquisire alle studentesse competenze digitali scientifiche, considerate uno dei tasselli su cui costruire una vera parità. Sono, invece, aperti a ragazze e ragazzi i Summer Camp ICC e Transizione ecologica.

I campus
Organizzati sempre nel periodo estivo di sospensione delle lezioni, i corsi prevedono la realizzazione di laboratori formativi e orientativi e sono realizzati dagli enti di alta formazione accreditati in collaborazione con gli Atenei con sede in Emilia-Romagna; i modelli didattici scelti valorizzeranno la partecipazione attiva e la sperimentazione e prevedono visite guidate nei luoghi di eccellenza dell’innovazione dell’Emilia-Romagna, per arricchire e completare l’esperienza laboratoriale.

Per info: https://scuola.regione.emilia-romagna.it/novita/notizie/2025/tornano-summer-camp-della-regione

Studiare a Parma: Università in openday

Se sei una futura matricola 25-26 non perderti la nuova edizione di “Studiare a Parma. L’Università in Open Day", l’iniziativa organizzata nel cuore dell’Università e dedicata a tutte le persone che si apprestano a intraprendere per la prima volta il loro percorso universitario.

Tre giornate interamente dedicate alla presentazione dei corsi di laurea triennali e magistrali a ciclo unico e dei servizi e delle opportunità che l’Università offre ai suoi futuri studenti e alle sue future studentesse.

Giovedì 10, venerdì 11 e sabato 12 aprile 2025, in Sede centrale, è in programma l'Open Day dedicato alle lauree triennali e magistrali a ciclo unico. Un'importante occasione di informazione rivolta principalmente agli iscritti e alle iscritte delle classi quarte e quinte superiori e a chi intende iscriversi all'Università.

Sarà possibile assistere alle presentazioni dei corsi, dei servizi e delle opportunità che l'Ateneo offre ai suoi futuri studenti e alle sue future studentesse.

Per quanto riguarda invece i corsi di laurea magistrale, diverse sono le iniziative di orientamento in programma nel corso del 2025.

Tieniti aggiornato su questo link https://www.unipr.it/notizie/10-12-aprile-torna-studiare-parma-luniversita-open-day

E-Commerce Manager

Chi è l'e-commerce Manager?
L'e-commerce Manager è il Responsabile dell'E-commerce e si colloca nel crocevia tra web, vendite e marketing.
In qualità di Responsabile dello sviluppo delle vendite su Internet, ha il compito di trasmettere l'immagine dell'azienda al pubblico e ai suoi clienti. Può contare sul sito e-commerce aziendale e al tempo stesso fare affidamento sia sulla presenza sui social network che su altri siti commerciali, capaci di influenzare il comportamento d'acquisto dei clienti a cui si rivolge.
Nell'era digitale l’e-commerce Manager deve essere all'avanguardia nelle nuove tecniche di marketing e nelle tecnologie di comunicazione. E siccome deve assicurare che le vendite online si svolgano senza problemi, deve combinare due competenze essenziali: le vendite e la gestione del web.

Qual è il suo ruolo?
Il ruolo principale dell’EM è quello di definire e scegliere una politica di marketing a più livelli. Essendo responsabile del budget del web decide le diverse leve del webmarketing da attivare: Search engine marketing (SEM), ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO), campagne di emailing, affiliazione, display, social network, creazione di partnership, ecc. Il suo obiettivo è quello di aumentare il traffico e la notorietà del sito e di fidelizzare gli utenti del web. Una volta scelta la strategia di marketing deve garantire l'implementazione di tutte le operazioni commerciali online.
Deve gestire il sito di vendita su tutti i fronti, prestando attenzione che la sua evoluzione sia costantemente in linea con la domanda dei consumatori. Monitora gli indicatori di performance della strategia scelta e l'evoluzione delle tecnologie di comunicazione in quanto deve stare al passo con la concorrenza e con le nuove opportunità di mercato.
Il Responsabile dell'e-commerce supporta anche i team di vendita e marketing per sviluppare la loro politica di comunicazione. Fa da interfaccia tra i vari reparti come la logistica e le vendite. A lui è richiesto di sapere come guidare le sue squadre e reclutare le persone giuste. Inoltre, analizza le dashboard e assicura il reporting alla gerarchia.

Quali sono i requisiti per diventare e-commerce Manager?
Il Responsabile dell'e-commerce deve generare fatturato per la sua azienda e per i suoi clienti. Sono quindi necessari un eccellente senso della comunicazione e una grande capacità di persuasione e di negoziazione. Inoltre, questo lavoro richiede spirito creativo e buone capacità relazionali, in quanto l'E-commerce Manager è in costante contatto con numerosi interlocutori provenienti da diversi ambiti (Product Manager, clienti, responsabile delle ricerche di mercato, fornitori, Database Manager, ecc.)
Le sue capacità analitiche e di sintesi gli consentono di concludere in modo efficiente e rapido le attività che deve svolgere.
Metodico, rigoroso e appassionato di sfide, sa come motivare e coordinare il suo team per raggiungere gli obiettivi prefissati. Si adatta senza difficoltà ai possibili cambiamenti del mercato, anticipando le esigenze dei suoi clienti. È in quest'ottica che cerca la soluzione più innovativa per distinguersi e rimanere in vantaggio rispetto alla concorrenza.
Versatile, l’e-commerce Manager ha competenze comprovate nel campo dell'IT, del marketing e delle vendite. È un esperto di nuove tecnologie legate all'informazione. È particolarmente abile nell'uso dei motori di ricerca come Bing, Yahoo e Google e di strumenti di tracciamento e per la misurazione del pubblico come Google Conversion Tracker, Xiti e Google Analytics.
Inoltre, le specificità legali e tecniche del Web, come il linguaggio di programmazione, il diritto commerciale o i tag, gli devono essere familiari. È obbligatoria una maggiore conoscenza del pacchetto Office (Access, Word, Excel).
Oltre a tutto questo, è dotato di una grande curiosità, una qualità molto richiesta sul campo. La pratica dell'inglese è altamente raccomandata per poter conquistare nuovi mercati internazionali.

Quale formazione occorre?
Per diventare un e-commerce Manager è necessaria una solida formazione in ambito marketing, vendite e IT. Dopo alcuni anni di esperienza l'e-commerce Manager può andare a ricoprire la posizione di Direttore di consulenza per agenzie di media, Direttore Vendite o Direttore Marketing.

Il mondo del lavoro ricerca…consulente cloud

Siamo nel pieno dell’era digitale e il mondo del lavoro si trasforma. In questo panorama, da un lato ci troviamo di fronte ad alcuni lavori tradizionali che virano verso l’implementazione di approcci e strategie digitali, dall’altro osserviamo la nascita di nuove figure professionali munite di skills prettamente digitali. Tra queste figure spicca il cloud specialist.

Il consulente di gestione in cloud si occupa della gestione “in cloud” di una serie di servizi e di tecnologie che consentono di archiviare, memorizzare ed elaborare dati mediante software distribuiti in rete.

Il consulente cloud, quindi, si occupa dei servizi di cloud computing consigliando la gestione dei programmi in remoto utili per sbrigare le quotidiane pratiche aziendali. I vantaggi del cloud computing sono notevoli poiché consentono di alleggerire i server locali spostando i propri archivi sul web con una gestione molto più leggera di dati e servizi utili alla propria professione.

Il consulente cloud aiuta quindi le aziende, i professionisti e chiunque voglia usufruire dei servizi di cloud computing a comprenderne i meccanismi e soprattutto la gestione, a capire quali possono essere i servizi adatti al proprio business.

Aiuta, inoltre, le aziende e i professionisti ad utilizzare e scegliere i programmi in remoto con dati in genere memorizzati in una local farm che risiede nel paese di appartenenza.

Competenze e conoscenze:

Una professione tra le più richieste come questa racchiude competenze trasversali e specifiche molto interessanti. Le principali competenze richieste riguardano l'ambiente infrastrutturale di database, la gestione e virtualizzazione dei dati e dei data center, ma anche l'implementazione e la gestione di processi di migrazione complesse in ambiente Cloud di progetti, applicazione e processi.

Conoscenza TIBCO, Cloud Computing, Linguaggio XML.

Settori di impiego occupazionale:

Servizi e consulenza IT, Consulenza e servizi aziendali, Tecnologia, informazioni e internet.

Titolo di studio:

Il nostro sistema universitario negli ultimi anni si è arricchito di facoltà e percorsi formativi che mirano proprio alla formazione di futuri cloud specialist e in generale, di tutte quelle figure professionali che hanno a che fare con le strategie IT e con il mondo digitale. Per diventare un consulente cloud bisogna innanzitutto avere una grande passione per l’informatica e per le nuove tecnologie. La curiosità è un altro elemento essenziale per poter intraprendere questa carriera, così come l’attitudine a lavorare sia in gruppo che in autonomia.

Tra i percorsi da prediligere vi è sicuramente la laurea in Ingegneria dei Sistemi e delle Tecnologie dell'Informazione, così come il percorso in Informatica per la Comunicazione Digitale. Altre strade altrettanto valide da perseguire sono quelle in Comunicazione Multimediale e Tecnologie dell’Informazione e Ingegneria Informatica per la Transizione Digitale.

Si tratta dunque di una figura altamente specializzata che lavora ogni giorno fianco a fianco con manager, specialisti della comunicazione e del marketing digitale, sviluppatori e non solo.