Rubrica a cura di: Michela

Non sempre sono SOLO dolori mestruali. Che cos’è l’endometriosi e come riconoscerla

#SPUNTIDIFANTASIA! - Parliamo di...prevenzione

I principali sintomi dell’endometriosi sono caratterizzati da dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale (dismenorrea) e nel periodo dell’ovulazione, insieme a dolori pelvici cronici, dolore nei rapporti sessuali, stanchezza fisica cronica ma in una bassa percentuale dei casi l’endometriosi può essere asintomatica.

CHE COS’è L’ENDOMETRIOSI

L’Endometriosi è una malattia femminile, determinata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero. Solitamente le cellule endometriali dovrebbero trovarsi all’interno di esso. Questa anomalia determina nel corpo infiammazione cronica dannosa per l’apparato femminile, che si manifesta tramite forti dolori e sofferenze intestinali.

DIAGNOSI

È una malattia difficile da riconoscere e spesso viene sottovalutata perchè confusa con dolori mestruali forti. Una delle domande che si sentono più spesso è  “Come faccio a sapere se soffro di endometriosi?”.

Per riuscire a diagnosticare l’endometriosi sono necessari vari esami e può capitare se non ci reca presso un centro specializzato i sintomi vengono confusi con altri disturbi con sintomi analoghi.

Di seguito cercheremo di riassumere il protocollo di diagnosi dell’endometriosi. Ogni specialista potrebbe avere un approccio diverso. 

Di seguito alcuni step che potrebbero chiarirti le idee su cosa aspettarti:

I 5 STEP PER DIAGNOSTICARE L’ENDOMETRIOSI

  1. Primo appuntamento con medico: parla di tutti i tuoi sintomi con il ginecologo. Spesso viene sottoposto un veloce questionario iniziale per andare a comprendere la situazione attuale della paziente. Per arrivare alla prima visita preparate iniziate dalla settimana precedente a riportare i dolori e la loro localizzazione. Potrebbe per questo esserti utile scaricare una mappa del dolore (qui puoi trovare una mappa del dolore scaricabile), semplice e veloce da compilare. creare una guida che possa aiutarvi a spiegare il vostro dolore.
  2. Visite ginecologiche (vaginale e rettale) per valutare se ci sia presenza di endometriosi nella parte bassa delle pelvi.
  3. Risonanza magnetica ed esami del sangue: in base ai risultati delle visite il medico ti potrà prescrivere risonanza magnetica specifica o delle analisi del sangue. Non preoccupatevi, sarà il vostro ginecologo ad indicarti esattamente cosa devi fare.
  4. Valutazione e diagnosi: completati gli esami prescritti verrà fissata una nuova visita dove il medico ginecologo prenderà visione dei risultati e sarà in grado di fornire alla paziente una diagnosi.
  5. Definizione trattamento: al termine della seconda visita il medico, qualora avesse individuato la presenza di endometriosi, fornirà alla paziente il piano terapeutico da seguire o in casi specifici comunicherà l’intervento da dover fare.

QUALCHE CONSIGLIO ALIMENTARE

E’ noto che un aumentato consumo di fibre nella dieta aiuta la digestione ed il buon funzionamento dell’intestino. L’aumentato consumo di fibre determina una riduzione degli estrogeni circolanti nel sangue con un minore impatto sui tessuti estrogeno dipendenti.

Si consiglia di aumentare le fibre sino al 20 – 30% nei pasti pertanto aumentare il consumo di:

  • Verdure: contengono moltissime fibre e puliscono l’organismo, sono antiossidanti;
  • Cereali integrali: meglio se con poco glutine, abbassano il picco glicemico e contengono molte fibre;
  • Legumi: contengono proteine e carboidrati e non contengono glutine
  • Frutta: è piena di vitamine e fibre.
  • Semi Oleosi: per il loro alto contenuto di Omega 3 e ferro.

Si consiglia inoltre un incremento di consumo nella dieta di:

  • Pesce azzurro
  • Salmone e tonno
  • Olio di Oliva
  • Frutta secca: noci, noci pecan, mandorle, anacardi…
  • Avocado
  • Semi: chia, di girasole, di zucca e di lino

E cosa ridurre:

  • Carne: la carne rossa è da ridurre al minimo, va preferita la carne bianca di origine e allevamento controllato
  • Latticini: sono concessi ma è bene ridurli al minimo per la presenza di caseina e lattosio.
  • Glutine: sebbene non sia da eliminare completamente, è bene assumerlo quando presente ma da farine integrali e grezze.

ubrica a cura di: Michela

Papilloma Virus, Pap Test e Preservativo

#SPUNTIDIFANTASIA! - Parliamo di...prevenzione

FONTE- FREEDA

Non tutti sapranno, io l’ho scoperto di recente che a marzo ricorre la giornata contro l’HPV

A riguardo di questo virus che purtroppo è molto diffuso, ci sono molte domande quindi cerchiamo di fare chiarezza partendo dalle basi, cioè cos’è il Papilloma virus, come si trasmette  e come si può prevenire la diffusione.

Il Papilloma virus è un virus molto diffuso e se ne conosco più di 180 forme dalle più gravi alle meno gravi.

Si conta che 4 persone su 5 prima o poi nella vita vengono a contatto con questo virus.

Il virus si trasmette per via sessuale e nella maggior parte dei casi non crea problemi perchè il nostro sistema immunitario riesce ad eliminarlo in breve tempo.

Ma a volte non è così,  soprattutto con alcune forme di questo virus.

Cosa accade con le forme più aggressive di questo virus?

Alcuni tipi di HPV predispongono al tumore al collo dell’utero e altri possono portare alla formazione di condilomi: i condilomi sono escrescenze che possono crescere sul pene all’interno della vagina, sui testicoli, al collo dell’utero o in bocca e possono provocare fastidio o prurito.

Dei 120 ceppi di papilloma virus, 2 sono considerati ad alto rischio perchè portano delle modificazioni nelle cellule che col tempo possono diventare di tipo tumorale.

Non presentano sintomi per questo è importantissimo per le donne eseguire il PAP test.

Pap Test.

Il Pap test è uno screening preventivo che il Servizio Sanitario Nazionale offre gratuitamente ogni 3 anni a tutte le donne dai 25 ai 64 anni di età.

Questo test preleva campioni di cellule che verranno analizzate per controllare che non ci sia un principio di modificazione cellulare.

Grazie al pap test l’incidenza dei tumori al collo dell’utero è diminuita del 25%, una percentuale altissima, quindi facciamo il test!

Il preservativo riduce la trasmissione del virus perché limita il contatto delle mucose quindi è considerato un metodo valido per prevenire il contagio in caso di rapporti sessuali. Purtroppo non sempre è sufficiente perchè questo virus si trasmette attraverso tutti i tipi di rapporti sessuali anche senza diretto contatto di entrambi i  genitali.

Esiste un vaccino per combattere l’HPV.

Il vaccino previene il tumore al collo dell’utero ed è efficace soprattutto se fatto prima di aver avuto il primo rapporto sessuale, perchè ci sono meno probabilità che l’organismo sia entrato in contatto con il virus, inquartò funziona contro i ceppi con cui non si è ancora entrati in contatto.

Il vaccino viene somministrato gratuitamente e su base volontaria a tutti gli adolescenti  di sesso maschile e femminile dagli 11 ai 12 anni.

Non presenta importanti effetti collaterali.

È sbagliato pensare che sia un virus che colpisce solo le donne, per questo soprattuto negli ultimi anni si stanno facendo molte attività di sensibilizzazione perchè i rischi sono reali anche nella popolazione maschile.

Rubrica a cura di: Michela

Nuovo numero per il call center dell’ Ausl per il Coronavirus#SPUNTIDIFANTASIA! - Salute e benessere

Il nuovo numero messo a disposizione dei cittadini dall’ AUSL di Parma è lo 0521393232 ed è attivo dal lunedì al venerdì con i seguenti orari: 8,30-13 e 14-18 e il sabato 8,30-13.

Questo numero sostituisce il numero che non è più attivo 0521396436.

Chiamando questo numero si possono ricevere informazioni generali sul virus così come informazioni sui sintomi rilevati e le precauzioni da prendere.
Molti utenti hanno richiesto informazioni riguardo ai tamponi da eseguire per capire se si è positivi al virus: dove ci si deve recare e quale è la procedura da seguire per non entrare in contatto con altre persone e rischiare di contagiare o contrarre il virus.

Queste sono solo alcune delle richieste che sono pervenute.


Per qualsiasi dubbio quindi non recarti o telefonare al medico, neanche all’assistenza pubblica, ma telefona a questo numero e gli operatori saranno in grado di indirizzarti nel modo giusto.

Rubrica a cura di: Michela

Come sta il nostro fegato?

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Il fegato non è soltanto l’organo del nostro sistema digestivo ma svolge delle funzioni per il sistema immunitario, endocrino, circolatorio e nervoso.

Lavora 24 ore su 24 ed è strategico per il nostro benessere e purtroppo tendiamo ad accorgerci della sua presenza solo quando non funziona bene perchè siamo senza energia mentale e fisica, doloranti e di cattivo umore.
Altri sintomi del suo mal funzionamento possono essere: pancia e gambe gonfie, sfoghi cutanei, sonnolenza e perfino cali di attenzione.

La sua funzione
Pensiamo al nostro fegato come ad un setaccio che raccoglie gli alimenti che introduciamo, li filtra e li distribuisce agli altri organi. Spiegando la sua funzione in questo modo è facile capire come gli alimenti che introduciamo nel nostro corpo andranno ad influire positivamente o negativamente sul suo stato di salute in base a quanto siano più o meno sani.

Ma come possiamo prenderci cura quotidianamente di un organo così importante?
Il fegato non da dolore quindi dobbiamo stare attenti ai segnali che ci manda, oltre a quelli già detti sopra facciamo attenzione ad altri campanelli d’allarme come: sbalzi d’umore e di rabbia, fame nervosa, pelle molto grassa…

Qualche strappo alla regola in termini di dieta sana, si sa lo facciamo tutti! Ma quello che manda letteralmente in tilt il nostro fegato sono gli eccessivi zuccheri e i troppi grassi.
Quindi non solo l’alcool che ormai lo sappiamo bene danneggia il fegato ma anche la carne molto grassa e il fritto.

Se ci accorgiamo che è da qualche giorno che non stiamo attenti a quello che mangiamo o abbiamo esagerato con hamburger e patatine dei fast food cerchiamo di mettere in tavola qualche alimento riparatore!

Gli alimenti per ripulire il fegato
Barbabietole, cavoli, verze, carote, spinaci e rucola spazzano via le tossine in eccesso, così come avocado, noci e pesce con i grassi insaturi e fibre per tamponare eventuale bile in eccesso.

Un’altra sana abitudine è evitare il digiuno prolungato e fare pasti piccoli e frequenti e invece di merendine e biscotti fare uno spuntino con un te verde o caffè entrambi ricchi di antiossidanti ottimi per il fegato.

Rubrica a cura di: Michela

Alla larga dal FUMO PASSIVO

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Ecco perché molte città europee stanno introducendo il divieto di fumare anche in molte aree pubbliche all’aperto.

Abbiamo visto di recente che a Milano- primo esempio in Italia, l’amministrazione comunale ha disposto il divieto di fumo anche in alcuni luoghi all’aperto, come parchi, fermate di autobus e tram così come campi da gioco per bambini. 

Queste restrizioni hanno un duplice fine: da una parte  il tentativo di contrastare il più possibile l’abitudine al fumo e l’altro motivo altrettanto importante è limitare i danni causati dal fumo passivo.

È ormai ampiamente dimostrato che il fumo delle sigarette causa danni irreparabili a chi lo respira attivamente ma anche a chi ne subisce la presenza in un ambiente chiuso e in certi casi anche all’aperto.

Questo è chiamato fumo passivo: cioè quando un fumatore espira il fumo della sigaretta e questa stessa aria resa tossica viene respirata da altre persone.

Ormai ci sono prove inequivocabili che il fumo passivo sia responsabile di un numero di tumori al polmone nei non fumatori oltre che malattie cardiache, asma e altri disturbi.

Per esempio aver respirato il fumo altrui per lunghi periodi aumenta il rischio di tumore al polmone del 25 per cento. 

I danni del fumo passivo sono particolarmente più gravi nei più piccoli, giovani e a adolescenti in età dello sviluppo, per non parlare dei neonati che se esposti al fumo passivo possono essere più soggetti alla cosiddetta ‘morte in culla’ nel primo anno di vita e crescendo resteranno più vulnerabili a infezioni polmonari. E ancora prima di nascere, il feto di una madre fumatrice rischia di avere problemi di salute.

La gravità di questi dati ha imposto la necessità di ulteriori restrizioni a tutela della salute pubblica, da qui il divieto di fumo esteso non più solo ai luoghi chiusi ma in alcune aree all’aperto come parchi, stadi e fermate dei mezzi pubblici. 

Rubrica a cura di: Michela

Revenge Porn- come riconoscerlo e denunciarlo

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Un vero e proprio fenomeno in sconcertante aumento è quello del revenge porn.

Più o meno tutti ormai sappiamo di cosa si tratta, abbiamo sentito diverse notizie di persone che ne sono state vittime o è successo a noi o a qualcuno che conosciamo...

Per prima cosa chiariamo il fatto che diffondere (con qualsiasi mezzo reale o virtuale) immagini intime di una persona senza il suo consenso è  UN REATO punibile da 1 a 5 anni di reclusione e con sanzione dai 5 mila ai 15 mila euro.

Ma che cos’è esattamente la ‘porno vendetta’?

Alla base di questo fenomeno c’è la vastissima diffusione di foto e video resa possibile dalla facilità di utilizzo degli strumenti digitali.

Spesso queste foto e questi video vengono ripresi in momenti di intimità con o senza l’esplicito consenso delle persone riprese.

Se aggiungiamo la rabbia per un torto subito, o la delusione per la fine di una relazione si può immaginare come potrebbero poi venire utilizzati questi video o queste foto.

In molti casi infatti la diffusione di questo materiale ha proprio lo scopo di umiliare la persona ripresa (da qui revenge in inglese ovvero vendetta) che si vedrà le immagini riproposte sui social in alcuni casi accompagnate da nome e informazioni che permetteranno di rintracciarla. 

Le conseguenze di un atto così grave possono essere devastanti a livello psicologico e possono anche portare al suicidio della persona che ne è rimasta vittima.

Quando navighiamo sui nostri social network se ci capita di vedere una foto o un video che danneggia una persona in questo modo è nostro dovere segnalarlo subito, infatti le piattaforme più usate come per esempio Facebook hanno istituito un sistema di controllo quasi immediato che interviene nel rimuovere immediatamente il contenuto a rischio.

Se invece decidiamo di condividere il contenuto con altre persone diventeremo noi stessi complici di un reato.

Quindi ricordiamoci che anche noi possiamo fare la differenza!

Come difendersi

Segnalare il contenuto illecito. 

La prima cosa da fare è contattare il social network o la piattaforma sulla quale è presente l'immagine, segnalare l'immagine. Tutte le piattaforme offrono la possibilità di segnalare post, immagini o video, contenuti che violano i loro termini di servizio. Oltre alla rimozione delle immagini si potrebbe anche ottenere la sospensione dell'account della persona che ha pubblicato il contenuto illecito. E' inutile cercare di convincere l'ex partner che ha pubblicato l'immagine a rimuoverla. 

Denunciare alla Polizia

Prima di segnalare l'immagine occorre raccogliere tutte le prove possibili sulla presenza del contenuto illecito online e su chi (presumibilmente) ha pubblicato il contenuto. Vanno bene anche screenshot o fotografie. Con questo materiale si può denunciare alla Polizia il fatto per ottenere la punizione del colpevole. E' essenziale procedere con la denuncia, per evitare che si generi l'idea che tali fatti non siano punibili e quindi possano ripetersi. 

Rubrica a cura di: Michela

SAFER INTERNET DAY

#SPUNTIDIFANTASIA! Oggi parte la nostra Rubrica sulla prevenzione. Come primo tema parliamo della sicurezza in rete.

Con questo articolo inizia la sezione all'interno della rubrica dedicata a salute e benessere, che avrà una cadenza quindicinale e che si occuperà in maniera specifica di prevenzione in tutte le sue versioni. Oggi parliamo dei rischi legati al mondo di internet.

Safer Internet Day è la giornata internazionale di sensibilizzazione per i rischi che comporta utilizzare internet istituita nel 2004 dall'Unione europea e si celebra il secondo martedì del mese di febbraio. 

Obiettivo dalla giornata è far riflettere studenti e studentesse sull’uso consapevole degli strumenti tecnologici e sul ruolo attivo che possono avere utilizzando la rete in modo sicuro e positivo.

Il Safer Internet Day 2021 si è tenuto il 9 febbraio, contemporaneamente in oltre 150 paesi tra cui l'italia, l'evento si è tenuto esclusivamente online. Le scuole, gli studenti e genitori hanno partecipato a convegni e conferenze organizzati dalle scuole in collaborazione con gli enti locali e le imprese per sensibilizzare adulti e giovani su un tema che tocca tutti e che è quello della sicurezza di giovani e minorenni quando navigano in internet.

Dai corsi di Media Education al cyber bullismo sono molti i temi che oggi hanno bisogno di essere approfonditi affinché  sia i genitori che i ragazzi sappiano quali sono i rischi dei cattivi comportamenti online.

Un tema particolarmente importante è stato quello dell’adescamento online e i metodi per riconoscerlo.

L’ adescamento online è definibile come il tentativo da parte di un adulto di avvicinare un bambino/a o un adolescente per scopi sessuali, conquistandone la fiducia ed instaurare con lui/lei una relazione a volte anche sessuale.

I luoghi più pericolosi sono le chat, anche quelle dei giochi online o i siti di teen dating e attraverso la web cam gli adulti malintenzionati possono indurre le persone meno attente a mostrare le parti intime o fare cose contro la loro volontà.

Per un ‘like’ in più è un rischio inutile.

Gli utenti delle cosiddette reti sociali possono parlare di sé e condividere con altri le loro foto o i loro filmati. Esistono inoltre parecchi giochi che consentono agli utenti di internet di sfidarsi. Proprio di recente infatti è successo un incidente che ha causato la morte di una ragazzina che stava partecipando ad una sfida su un noto social. Quindi ricordiamoci sempre cosa è reale e cosa non lo è. 

Ciberdipendenza.

Le ragazze usano molto volentieri le chat e le altre offerte di comunicazione, mentre tra i ragazzi vanno per la maggiore i giochi di ruolo online. La maggioranza dei giovani utilizza questi servizi web senza incontrare problemi. Tuttavia, quando s’instaura una dipendenza, al centro del problema vi sono spesso i giochi online e le chat. 

Alcuni esperti ritengono inoltre che un uso eccessivo di internet possa aumentare il rischio di modifiche strutturali a livello cerebrale, visto che il cervello viene sempre stimolato nello stesso modo. 

Proteggere la propria identità.

Su internet può succedere di essere oggetto di attenzioni particolari, che coinvolgono anche la sfera più intima. È importante che tutti noi sappiano come gestire le informazioni personali su internet (nelle chat, su Facebook, Youtube ecc.). 

-usare un nickname (pseudonimo), un indirizzo di posta elettronica anonimo e neutro (che non permetta di risalire alla propria identità) e non divulgare mai dati personali o di terzi come l’indirizzo, il numero di cellulare, ecc. 

-se ci accorgiamo che un altro utente è particolarmente insistente o siamo vittime di messaggi indecenti o offensivi ricordiamoci che è un reato punibile a norma di legge quindi non esitiamo a contattare le autorità.

Regole di comportamento 

Le regole della buona educazione valgono anche su internet. In rete il galateo si chiama “netiquette” e vale sia per la comunicazione tra le singole persone, sia per i contenuti che vengono caricati sulle piattaforme dei social quindi se non vuoi essere offeso/a fai attenzione a non farlo neanche tu!

☎ CORONAVIRUS: NUOVO NUMERO PER IL CALL CENTER DELL’AUSL

➡ Attivo da oggi, giovedì 12 novembre, il call center dell’AUSL dedicato al coronavirus che risponde al numero 0521.393232 (non più allo 0521.396436). Non cambiano gli orari di risposta: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 18, il sabato dalle 8.30 alle 13. Il nuovo numero entra in funzione dopo un intervento tecnico che migliora la gestione delle chiamate.

Da domani, quindi, il vecchio numero - lo 0521.396436 – non sarà più attivo: per qualche tempo, comunque, una voce registrata ripeterà il nuovo numero da contattare.

Rubrica a cura di: Silvia

Coronavirus e mascherine: come e quando usarle

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Quando è obbligatorio indossare le mascherine

Il DPCM 24 ottobre 2020 conferma l'obbligo di indossare le mascherine all’aperto e nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private (non solo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico). Si fa eccezione a tali obblighi, sia in luogo chiuso che all’aperto, nei casi in cui, per le caratteristiche del luogo o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi.

Non sono soggetti all’obbligo di mascherina i bambini al di sotto dei sei anni, nonché le persone con patologie o disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e chi li assiste/interagisce con loro.

L’uso della mascherina non è obbligatorio durante lo svolgimento dell’attività sportiva.

L'uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani.

Mascherine di comunità, mascherine chirurgiche, dispositivi di protezione individuale (DPI)

Mascherine di comunità Hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2. Possono essere mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate per coprire dal mento fino al di sopra del naso.

L'uso della mascherina in comunità aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio (come il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata delle mani), che restano invariate e prioritarie. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte.

Autoproduzione delle mascherine di comunità. L'Istituto superiore di sanità informa che anche l'uso di mascherine di comunità autoprodotte aiuta a contrastare la diffusione del virus, se usate bene e costantemente. Le mascherine di comunità possono essere realizzate a casa con materiali comuni a basso costo (come scampoli di stoffa). L'ISS precisa che le mascherine di comunità, sia autoprodotte, che commerciali, non sono dispositivi medici (come le mascherine chirurgiche) né dispositivi di protezione individuale.

Mascherine di comunità lavabili. È possibile lavare le mascherine di comunità se sono fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi.
Le mascherine di comunità commerciali (cioè non autoprodotte) sono lavabili se sulla confezione sono riportate indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance.

Mascherine chirurgiche Sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario o in particolari ambienti lavorativi e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione.

Anche nel caso in cui compaiano sintomi è necessario utilizzare le mascherine chirurgiche, certificate come dispositivi medici.

Dispositivi di protezione individuale L'Istituto superiore di sanità ha emanato un documento riguardante i DPI (come ad esempio i filtranti facciali FFP2 e FFP3) e i dispositivi medici raccomandati per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 in contesto lavorativo (operatori sanitari, addetti alle pulizie, tecnici di laboratorio, pazienti con/senza sintomi, accompagnatori, ambulanzieri etc.) e destinatari dell’indicazione.

Per avere ulteriori informazioni, si può consultare il seguente link 

Studio ECDC sull'uso delle mascherine di tipo medico e non medico

L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha pubblicato un Rapporto con le indicazioni sull’uso delle mascherine di tipo medico (per es. chirurgiche) e di tipo non medico nelle persone non malate per contrastare la diffusione del virus nella comunità da parte di chi è in fase presintomatica o asintomatica.

Nelle conclusioni in particolare si legge che:

- l'uso di mascherine facciali di tipo medico (chirurgiche o altro dispositivo medico) è prevalentemente riservato agli operatori sanitari e deve avere la priorità sull'uso delle mascherine nella comunità

- l'uso di mascherine facciali in pubblico può servire come mezzo di controllo per ridurre la diffusione dell'infezione minimizzando la diffusione di goccioline respiratorie da individui infetti che non hanno ancora sviluppato sintomi o che rimangono asintomatici ed è raccomandato soprattutto in spazi affollati e chiusi, come negozi, centri commerciali o quando si utilizzano i mezzi pubblici, ecc;

- si può prendere in considerazione l'uso di mascherine facciali non mediche realizzate con vari tessuti, specialmente se vi sono problemi di fornitura, ma ad oggi esistono evidenze scientifiche indirette e limitate e devono essere indossate in modo appropriato e corretto;

- l'uso di mascherine facciali nella comunità deve essere considerato solo come una misura complementare e non in sostituzione delle misure preventive consolidate, come, ad esempio, il distanziamento fisico, l’igiene respiratoria (tra cui tossire o starnutire in un fazzoletto monouso o nella piega del gomito per evitare di trasmettere agli altri le goccioline con le secrezioni respiratorie), l’igiene meticolosa delle mani e l’evitare di toccarsi con le mani il viso, il naso, gli occhi e la bocca.

- le raccomandazioni sull'uso delle mascherine facciali nella comunità dovrebbero tenere attentamente conto delle lacune delle prove di efficacia, della situazione dell'offerta e dei potenziali effetti collaterali negativi.

Come usare e smaltire correttamente le mascherine

Il Ministero della Salute ha prodotto un video spot (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp) che spiega quando indossarla e come usarla in sicurezza. Le principali raccomandazioni:

• prima di indossare la mascherina, lavati le mani con acqua e sapone (per almeno 40-60 secondi) o con una soluzione alcolica (per almeno 20-30 secondi);

• indossa, manipola e togli la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci, avendo cura di non toccare la parte interna;

• accertati di aver indossato la mascherina nel verso giusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna);

• posiziona correttamente la mascherina, facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento;

• se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani;

• non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani;

• quando diventa umida, sostituisci la mascherina con una nuova e non riutilizzarla: sono maschere mono-uso;

• gettala immediatamente in un sacchetto chiuso e lavati le mani;

• in caso di mascherine lavabili, procedere alle operazioni di lavaggio a 60°C con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore (se disponibili); talvolta i produttori indicano anche il numero massimo di lavaggi possibili senza riduzione della performance della mascherina;

• dopo avere maneggiato una mascherina usata equando ci si toglie la mascherina, effettua il lavaggio o l’igiene delle mani.

Anche l'Istituto Superiore di Sanità ha prodotto alcuni materiali per mostrare come usarle e smaltirle correttamente

Smaltimento delle mascherine.

L'Istituto Superiore di Sanità precisa che mascherine e guanti vanno smaltiti con i rifiuti indifferenziati, ma per precauzione vanno sempre posti prima dentro un altro sacchetto chiuso, per evitare contatti da parte degli operatori ecologici. Al momento, come precisa il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, “non è noto il tempo di sopravvivenza dei coronavirus nei rifiuti”.

ubrica a cura di: Michela

Uso della mascherina, indispensabile per contrastare il contagio da Coronavirus

#SPUNTIDIFANTASIA! - Salute e benessere

Questa settimana torniamo nuovamente a parlare del corretto USO DELLA MASCHERINA
e del perchè è indispensabile per contenere il contagio da Corona Virus e come indossarla correttamente.

In questi mesi in cui stiamo convivendo con il Corona Virus, per proteggerci e per contenerne la diffusione abbiamo imparato a conoscere i vari tipi di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale come guanti e calzari.

Abbiamo imparato che non tutte le mascherine hanno la stessa funzione, abbiamo visto la differenza tra la mascherina chirurgica e quelle professionali con valvole e quali sono consigliate e quali invece non ci proteggono.

Quali e come usarle:
Le mascherine che ci permettono di proteggerci sono quelle chirurgiche che vanno però sostituite spesso. È possibile utilizzare anche mascherine autoprodotte in cotone o stoffa che devono essere lavate tutti i giorni in lavatrice.
Quel che è certo è che per proteggerci l’unica arma è indossarla sempre nei luoghi chiusi e anche all’aperto se non siamo ad almeno un metro e mezzo di distanza dalla altre persone.
Quando la indossiamo facciamo attenzione a coprire bene anche il naso e evitiamo di continuare ad aggiustarla o muoverla e di toccare gli occhi.
L’altra regola è igienizzare spesso le mani con un gel a base alcolica per eliminare i batteri che si depositano su quello che tocchiamo.

In una situazione di emergenza sanitaria che richiede la massima serietà è necessario rimanere uniti ed avere una visione unica del bene comune, purtroppo c’è anche chi dice…no!

Cosa pensano i negazionisti?
Una parte della popolazione sostiene che la mascherina faccia più male che bene perchè impedisce la corretta respirazione se non usata correttamente può addirittura portare ad una maggiore diffusione del virus.
Questo genere di negazionismo è nocivo e pericoloso per la società perchè crea una discussione fine a se stessa quando l’unica cosa che noi tutti dovremmo fare sarebbe fare la nostra parte nel rispettare le regole che sono state stabilite dal governo in costante collaborazione con le autorità sanitarie.