Un altro domani

Un altro domani è un docufilm, uscito nelle sale il 10 maggio 2023 e diretto da Silvio Soldini.

Un documentario che fa vibrare le corde emozionali, ma insiste anche con lucidità e intelligenza sulle varie declinazioni della violenza. Un'indagine nel profondo delle relazioni intime per comprendere dove e perché la violenza si insinua, spesso difficile da decifrare ma già minacciosa, dando origine a una spirale del male che compromette l'esistenza.

Ma soprattutto: qual è il primo seme della violenza? Come si può riconoscere? Come si può prevenire, come si può immaginare Un altro domani?

Un grande affresco umano, composto dalle testimonianze degli autori di violenza, delle vittime di maltrattamenti e stalking, degli orfani di femminicidio, di tutti coloro che ogni giorno si occupano del problema: Polizia di Stato, magistrati, avvocati, centri antiviolenza, psicologi e criminologi. Un'indagine che giunge infine a temi che impregnano la cultura del nostro Paese dove il delitto d'onore è stato legge fino agli anni Ottanta e il patriarcato è ancora duro da demolire.

Il docufilm esplora con sguardo lucido le origini della violenza sulle donne e le sue diverse manifestazioni, indicando la strada da percorrere verso la cura e la prevenzione.

Le ali della libertà

Nel 2023 la Warner Bros celebra il centesimo anniversario. 100 anni di racconti, storie e personaggi iconici: per festeggiare questo anniversario, vengono ufficialmente annunciati una serie di eventi, speciali uscite cinematografiche, contenuti e prodotti oltre a tante esperienze esclusive che si svolgeranno nel corso di tutto l’anno 2023.

Per l'occasione torneranno in sala una selezione tra i titoli più iconici e amati.

Dall'8 al 10 maggio sarà possibile rivedere al cinema, in versione restaurata, Le ali della libertà.

Un film del 1994, dove attori di fama internazionale come Tim Robbins e Morgan Freeman recitano in una commovente storia di speranza, amicizia e redenzione che si svolge dietro le mura di un carcere di massima sicurezza. Dall’omonimo libro dell’acclamato scrittore Stephen King, un intenso racconto sullo spirito umano. Red (Freeman), condannato all’ergastolo, e Andy Dufresne (Robbins), un banchiere dai modi gentili ingiustamente condannato per omicidio, stringono un insolito legame che durerà per più di venti anni. Insieme, scopriranno che la speranza è essenziale per sopravvivere.

I 10 graffiti più belli del mondo da scoprire

Partiamo per un viaggio artistico in giro per il globo alla scoperta dei 10 graffiti più belli del mondo. Questa forma d’arte urbana si sta affermando sempre di più nelle grandi città, rendendo unici interi quartieri e trasformandoli in gallerie d’arte a cielo aperto.

L'East Side Gallery è la più grande galleria a cielo aperto del mondo e si sviluppa per tutto il tracciato di quello che rimane del muro di Berlino. Si tratta di 1,3 km di murales e graffiti che hanno come tema la pace e che sono diventati un simbolo di unità per la capitale tedesca.I nomi che hanno contribuito ad arricchire di opere d’arte il muro sono moltissimi, così come i turisti che ogni anno lo visitano.Il modo migliore per ammirare il muro? Potrebbe essere in bicicletta, seguendo uno dei tanti itinerari su due ruote di Berlino!

Ma anche in Italia ci sono murales e graffiti che meritano di essere visti e ammirati. Uno di questi si trova a Pisa, dietro il convento dei frati Servi di Maria e porta la firma prestigiosa di Keith Haring. Tuttomondo fu una delle ultime opere che l'artista fece prima di morire nel 1990, ed è oggi meta di molti appassionati e visitatori.

Dalla famosa foto di Eisenstaedt al murales dell’artista brasiliano Kobra: questa è la sorte che è toccata al “V-J Day in Time Square“. Stiamo parlando di uno dei murales più belli e colorati del mondo, da ammirare dalla High Lane a Chelsea, nella frenetica New York. L’artista brasiliano ha trasformato una delle foto più significative del secolo scorso in un’opera policromatica emblema della street art.

Un altro muro che, da simbolo di divisione, è diventato strumento d’arte e ospita alcuni dei graffiti più belli del mondo si trova a Belfast, la travagliata capitale dell‘Irlanda del Nord. La storia di questa città è nota a tutti: per anni scontri tra cattolici e protestanti hanno macchiato di sangue le strade della cittadina irlandese. Ancora oggi degli anacronistici muri dividono le due comunità e, proprio queste barriere, sono diventate strumenti d’arte: i murales che si trovano per tutta la città sono denominati “Linee di pace“.

Da un’iniziativa artistica partita nel 1991 è nato uno dei quartieri più particolari in Europa. Stiamo parlando di uno dei quartieri di Bruxelles che, dal ’91 a questa parte, viene arricchito annualmente da 2/3 murales a tema cartoonesco. Tintin, Ric Hochet e molti altri sono i protagonisti di questo percorso a fumetti che celebra una delle forma d’arte più amate in Belgio (patria dei Puffi).

Un salto indietro nel tempo nella Valle de Vinales a Cuba, o almeno sembra di essere tornati indietro nel tempo. Infatti il Mural de la Prehistoria, che sembra uscito direttamente dal Neolitico, è invece un’opera d’arte recente realizzata dall’artista Leovigildo González Morillo. Comunque anche se non si tratta di pitture rupestri l’opera risulta particolarmente incantevole, impossibile non inserire tra graffiti più belli del mondo.

Lione è tante cose: città ideale per un city break primaverile, città d’arte e d’innovazione, meta romantica e anche una delle capitali francesi della street art. Nelle strade della cittadina francese non è difficile imbattersi in opere d’arte verticali d’impatto. Alcuni dei graffiti più belli del mondo si trovano proprio qui. Ogni opera ha alle spalle una storia e un messaggio da trasmettere e scoprirli tutti sarà un piacevole passatempo che renderà la vostra permanenza qui unica.

Praga non è sicuramente famosa per i suoi murales, ma fate un salto nel quartiere Malà Strana. Qui troverete una lunga parete ricoperta di simboli e graffiti con tema comune la pace, la libertà e la speranza. Un altro muro simbolicamente abbellito, insomma, che negli anni divenne strumento di lotta contro l’oppressione sovietica. Sul muro possiamo trovare il volto di John Lennon, sagome di uomini e donne che si tengono per mano e simboli di pace e amore.

L’estate in cui imparammo a volare 2

L'estate in cui imparammo a volare, la serie Netflix con Katherine Heigl, ritorna in streaming con tutti gli episodi della seconda stagione da oggi 27 aprile 2023.

Gli ultimi episodi del secondo capitolo de L'estate in cui imparammo a volare stanno dunque per debuttare su Netflix, mettendo fine a una delle storie più amate dal pubblico della piattaforma di streaming, quella delle due amiche Kate e Tully. Ma cosa possiamo aspettarci dal gran finale? Come andrà a finire tra Kate e Tully dopo il finale della prima parte della seconda stagione? Kate morirà alla fine? Sono tante le domande che i fan di questa serie con Katherine Heigl e Sarah Chalke si stanno facendo in questi giorni.

È il momento di dire addio alle ragazze di Firefly Lane. I sette nuovi episodi della seconda e ultima stagione della serie L’estate in cui imparammo a volare, tratta dai libri di Kristin Hannah Firefly Lane e Fly Away. Katherine Heigl e Sarah Chalke tornano per l’ultima volta nei panni delle protagoniste Tallulah "Tully" Hart e Kathleen "Kate" Mularkey.

L’estate in cui imparammo a volare è la storia di Kate e Tully, due ragazzine molto diverse che si incontrano negli anni ’70 e stringono un’amicizia che resisterà nel corso dell’adolescenza e dell’età adulta, nonostante le enormi differenze di carattere e aspirazioni delle due protagoniste. La serie, nella prima stagione, inizia con Tully diventata una famosa presentatrice televisiva, concentrata sulla carriera, mentre Kate cerca di tornare nel mondo del lavoro e di affrontare le conseguenze del divorzio dal marito. La narrazione si sviluppa su tre linee temporali, dall’incontro di Kate e Tully all’età di 14 anni fino all’età adulta, e pezzo dopo pezzo ricostruisce la loro storia.

La seconda metà della stagione 2 de L'estate in cui imparammo a volare dovrà quindi rispondere a diverse domande lasciate in sospeso nel corso delle stagioni.

Mobilità integrata…si apre la strada verso i viaggi multimodali!

Si evolvono, diventano sempre più efficienti, completi e a misura d’uomo per rispondere in modo perfetto alle singole esigenze: sono i viaggi che nell’era della tecnologia, della mobilità sostenibile ed ecologica cambiano volto ed organizzazione. A crescere infatti sono i viaggi multimodali, ovvero quelli che permettono di spostarsi usando più mezzi per raggiungere una specifica meta: dall’auto di proprietà si affianca al servizio pubblico in modalità elettrica e in sharing. Comoda, veloce e anche green, la mobilità integrata sta riscuotendo sempre più successo tra chi si sposta per lavoro e per piacere. Lo dicono i numeri registrati in tutta Europa tra il 2021 ed il 2022 con una crescita del 27% e la quasi totalità degli europei che considerano gli spostamenti sostenibili come una scelta da mettere al primo posto.

Che cosa sono i viaggi multimodali?
Usare la propria auto, meglio se elettrica o ibrida per raggiungere la stazione, salire su un treno, poi imbarcarsi su un aereo, noleggiare un’auto elettrica oppure un bici o un monopattino e arrivare a destinazione, che sia in hotel o sul luogo di lavoro. Questo è la vera essenza dei viaggi multimodali pensati per essere la normalità in un futuro non troppo lontano. Non solo per ottimizzare le risorse, ridurre i costi di trasporto ed incidere meno sull’ambiente, ma anche per dare la possibilità a tutti i viaggiatori di spostarsi senza pensieri integrando le varie forme di trasporto che oggi si hanno a disposizione. Un insieme di soluzioni che portano i viaggiatori fino alla meta, con meno tempo, meno soldi, senza stress ed in totale sicurezza.

Ma come? Pianificando tutto il tragitto tramite le app e le piattaforme, aumentando così anche la consapevolezza di ogni singolo viaggiatore su quanto ognuno possa incidere positivamente sull’ambiente utilizzando la modalità integrata, base dei viaggi multimodali.


La mobilità integrata rende più facile e rapido spostarsi, integrando mezzi di proprietà, pubblici e micromobilità e diventa centrale per lo sviluppo dei viaggi multimodali, sinonimo di spostamenti sostenibili e accessibili da tutti. I vantaggi sono tanti, ma il buon funzionamento del sistema richiede un’organizzazione impeccabile ed un processo di intese e di accordi tra tutti gli attori in campo per un universo che funziona grazie alla condivisione. È così che in Europa ci si sta organizzando per ridurre drasticamente l’uso della auto private che porterebbe ad una riduzione dell’inquinamento e del rumore in città.

Dagli studi effettuati, grazie alla mobilità integrata le auto in circolazione potrebbero quasi del tutto scomparire in quanto quelle che realmente servirebbero per gli spostamenti sarebbero meno del 10%. Un dato non indifferente che significherebbe non solo riduzione del traffico e della congestione delle strade cittadine, ma anche una diminuzione delle emissioni di CO2.

È questa la fotografia delle città del futuro, delle cosiddette smart-city. Un tempo immaginate e sognate come luoghi urbani super tecnologici, oggi diventate già in parte realtà ed in continua evoluzione come luoghi nei quali spostarsi diventa sempre più semplice, facile e veloce, migliorando la qualità di vita dei cittadini.

In Europa ne abbiamo già qualche esempio

Molte infatti sono le città che si stanno riorganizzando per restituire più spazio ai pedoni con soluzioni che mettono da parte la mobilità privata privilegiando quella condivisa ed i luoghi nei quali i cittadini possono muoversi a piedi. A Londra, ad esempio, si è scelto di rendere pedonabile uno dei luoghi simbolo della città: la Strand Aldwych. Da zona congestionata dal traffico ad angolo accogliente, con più verde e spazi di condivisione tutti dedicati ai cittadini. A Barcellona il progetto è quello di restituire alla cittadinanza un milione di metri quadrati di superficie stradale con spazi da vivere a misura d’uomo.

Bigger Than Us

Il 22 Aprile, in occasione della Giornata mondiale della Terra, uscirà nelle sale cinematografiche il film documentario Bigger Than Us, diretto da Flore Vasseur e co-diretto dall’attivista e attrice Marion Cotillard.

Lo si potrebbe quasi definire un girotondo attraverso le storie e la passione di sei giovani attivisti raggiunti e intervistati da Melati Wijsen, indonesiana diciottenne, che mobilitando migliaia di bambini e turisti ha ottenuto un decreto che vieta la vendita e la distribuzione di sacchetti di plastica, imballaggi e cannucce sull’isola. Il suo, partendo da Giacarta, è un gran tour nel disastro globale. L’intento è quello di far conoscere la storia di questi protagonisti che da tempo combattono per le loro cause e sensibilizzare, soprattutto i giovani, su argomenti quanto mai fondamentali al giorno d’oggi.

Il primo incontro è con Mohamad Al, un rifugiato siriano che, dopo essere stato portato al campo con i rifugiati, a soli 12 anni, aveva perso ogni cosa, compreso l’accesso alla scuola. Così ha deciso di costruirne una nel campo e, ad oggi, quella scuola ospita più di 200 bambini ogni giorno. Un gesto enorme che ha cambiato il destino di molti bambini che si sono ritrovati, da un giorno all’altro, senza niente.

Melati si sposta poi in Africa dove incontra Memory Banda, un’attivista del Malawi di 22 anni. Anche lei, come Mohamad, ha capito l’importanza dell’istruzione e proprio per questo combatte ogni giorno per far si che le donne del posto possano tornare a scuola, dopo aver partorito.

A loro si aggiunge poi la storia di Rene Silva, un giovane brasiliano di 25 anni. Da quando aveva 11 anni, Rene ha fondato il suo giornale di informazioni “Voz De Comunidade” e, da quel momento, ha iniziato a fare informazione su ciò che succede all’interno delle Favelas.

Le loro storie, insieme a quelle di altri attivisti come Winnie, Xiutzecatl e Mary Finn, ci portano a fare i conti con una dura realtà su cui, purtroppo, non siamo a conoscenza e che, a differenza di quel che appare, è pericolosamente vicina.

Ognuno combatte la propria causa e tutti, anche se distanti, sono uniti da un unico grande obbiettivo: cambiare il mondo partendo da un piccolissimo gesto.

Eventi culturali in Europa 2023

Con l’allentamento delle misure per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, il 2023 sembra segnare il ritorno alla normalità. Questo infatti sarà un anno ricco di opportunità: tra grandi eventi, festival e le celebrazioni che erano stati sospesi o rinviati, non mancherà l’occasione per una gita fuori porta o un week-end all’insegna di qualche evento culturale in Europa.

Partendo dalla nostra Italia, e nello specifico dai territori che più di tutti sono stati tristemente protagonisti durante le prime settimane di pandemia, per ispirarvi verso qualche evento culturale in Europa a cui partecipare.

Si può ad esempio partire dalla Capitale Italiana della Cultura: Bergamo-Brescia 2023. Cambiare un territorio attraverso la cultura: Bergamo e Brescia, terre di promesse mantenute, si raccontano in un anno che vuole essere l’inizio consapevole di un grande progetto sociale, industriale, urbano. Un progetto civile, nato dalle comunità, che ha la cultura al centro: arti, scienze, monumenti e archeologie, palazzi, paesaggi, percorsi, degustazioni, ma anche servizi, progetti sociali ed educativi, rimedi alla vulnerabilità e alla marginalità sociale.

La Capitale Italiana della Cultura 2023 si declinerà in un denso programma di 100 grandi progetti cui faranno corona e riverbero altre 500 iniziative che prenderanno corpo nel corso dell’anno grazie all’iniziativa di tante realtà sul territorio di Bergamo e Brescia che hanno fatto rete e progettato insieme: fondazioni, associazioni, enti pubblici, imprese, università.

Il calendario degli eventi ha preso avvio con una grandiosa cerimonia inaugurale il 20, 21 e 22 gennaio 2023 articolata sulle due città, ma per scoprire tutti gli eventi che le due città riservano a cittadini e visitatori, non resta che visitare il sito bergamobrescia2023.it.

Dall'Italia ci possiamo spostare in Inghilterra dove, come ogni anno, si terrà il Festival di Glastonbury (21- 25 Giugno 2023).
Nato negli anni 70, il festival è oggi il più famoso del Regno Unito: viene trasmesso in diretta alla TV e coperto da numerose stazioni radio, diventando l'argomento del giorno per molte settimane a seguire. Una sorta di Sanremo italiana in salsa hippie inglese. Benché noto per la sua musica, il festival offre anche spettacoli di danza, teatro, circo, cabaret e altre forme d'arte.
Per informazioni visita il sito di Visitbritain.

Dall’Inghilterra ci spostiamo nella patria di Macbeth e William Wallace: la Scozia. La sua capitale, ogni anno, ad agosto, ospita uno dei Festival più famosi al mondo. Il Fringe è una grande vetrina per le arti dello spettacolo, in particolare teatro e commedia, danza e musica sono comunque rappresentate.
Il Fringe è un festival senza giuria, senza alcuna commissione di selezione, e quindi qualsiasi tipo di artista vi può partecipare e per questa ragione ha spesso ospitato opere sperimentali che potrebbero non essere ammesse ad un festival delle arti più conservatore. Oltre agli eventi programmati, il Festival comprende una fiera di strada, che avviene principalmente sul High Street, l'antica via centrale di Edimburgo.
Per scoprire tutti gli eventi del Fringe di Edimburgo, visita il sito ufficiale.

Concludiamo il nostro viaggio in Lettonia dove dal 1873 si svolge ogni 5 anni il Festival di Canto e Danza. Un evento unico inserito nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dell'UNESCO.
Durante la settimana del Festival - dal 30 giugno al 9 luglio 2023 - saranno oltre 40.000 i partecipanti, tra danzatori, cantanti, orchestre, gruppi folkloristici ed artisti di vario genere.
Nel corso dei 10 giorni si svolgeranno più di 60 eventi, tra cui un programma di concerti di musica corale, danze, bande di ottoni, kokris, musica folkloristica, ensemble vocali, ensemble folkloristici, una mostra di costumi folkloristici lettoni, una mostra di arte applicata folkloristica, spettacoli di teatri amatoriali, ecc. 500.000 visitatori potranno partecipare personalmente ai festeggiamenti in occasione di eventi a pagamento e gratuiti.
Per conoscere i dettagli visita il sito ufficiale.

Grease – Rise of the Pink Ladies

Dal 7 aprile 2023 si torna alla Rydell High School con la prima, entusiasmante, stagione di Grease- Rise of the Pink Ladies, serie prequel del cult del 1978 con protagonisti Olivia Newton-John e John Travolta, Grease.
Il teen drama musicale, disponibile su Paramount+, è ambientato quatto anni prima degli eventi narrati nel film originale e, come suggerisce il titolo, è incentrato sulla nascita dell’esclusivo club delle Pink Ladies, di cui faranno parte le iconiche Rizzo, Jan, Marty e Frenchy, attraverso il punto di vista di quattro intraprendenti adolescenti, che si ribellano alle regole conservatrici dell’ambiente accademico.

La serie sembra essere un interessante ponte tra la società “vecchio stile” e i problemi che le giovani donne si trovano ad attraversare ancora oggi: osservare ragazze che si comportano in modo imprevedibile e “poco femminile” per alcuni può essere ancora uno shock. E così una serie televisiva con protagoniste quattro adolescenti negli anni ’50 riesce a parlare alle nuove generazioni, mantenendo un rimo vivace e divertente.

Grease: Rise of the Pink Ladies tratta inoltre temi quali il razzismo, le disparità di genere, gli stereotipi, la sessualità, la solidarietà femminile, il tutto arricchito da divertenti e colorati numeri musicali. Perché quello che rende Rise of the Pink Ladies uno spettacolo di puro intrattenimento sono proprio i suoi momenti da musical vero e proprio: le canzoni si susseguono numerose in ogni episodio, le coreografie sono intricate e congegnate alla perfezione, così come il cast si destreggia con grande maestria passando in pochi secondi dal parlato al cantato.

Ponte 25 aprile: le migliori destinazioni in Italia ed Europa

Il 2023 è l’anno dei ponti. Bastano solo 4 giorni di ferie per poter godere di ben 30 giorni di vacanza. Un’opportunità quasi irripetibile per gli appassionati dei viaggi. Complice un fortunato incrocio tra festività che cadono in giorni infrasettimanali ed il vicino week-end, senza dubbio questo è l’anno in cui la valigia deve essere sempre pronta, anche solo per una mini gita fuori porta.

Il ponte del 25 aprile è tra i momenti più belli dell’anno per organizzare una mini vacanza all’insegna dello svago e della scoperta, momento ideale per un week-end lungo di primavera.

Malaga ad esempio è una città unica al mondo, colorata e solare, il cui volto è in costante evoluzione. Qui nacque il pittore Pablo Picasso, il quale si stabilì con la sua famiglia nei primi 10 anni della sua vita. Il centro storico ad oggi è stato completamente rinnovato, così come il suo porto. In concomitanza sono stati aperti una gran quantità di musei ed attrazioni culturali che l’hanno resa un polo turistico di rilievo, al pari di Barcellona. L’essenza di questa città è l’alternanza tra i resti moreschi e romani e la modernità. Tutto è in perfetto equilibrio, espresso in una sapiente fusione armonica di elementi così diversi fra loro, come il colorato cubo del Centro Pompidou, la fortificazione araba del Castello di Gibralfaro, la famosa spiaggia Playa de la Malagueta e l’area verde Málaga Park. Il periodo migliore per avventurarsi a Malaga è proprio tra aprile e maggio, quando si può godere di un clima mite e non eccessivamente caldo.

Capitale europea della cultura, Matera è celebre per i suoi sassi di calcarenite che risplendono sotto la luce calda del sole del Mezzogiorno. Descrivere questa città è riduttivo, in quanto le sue stradine accompagnano i visitatori in un viaggio sempre nuovo, tra virtuose botteghe artigiane e scorci davvero incantevoli. Ricorda per molti aspetti un presepe, un labirinto vivace di sassi e case ammassate in cui avere il privilegio di perdersi. La sua storia parte da molto lontano, più precisamene nel periodo del paleolitico e neolitico. Alcuni resti d’insediamenti umani sono ancora visibili nella Murgia Materana. Divenuta Patrimonio Mondiale UNESCO nel 1993 è la prima città del Meridione ad ottenere questo meritato riconoscimento. In estate le temperature sono poco sopportabili, il suggerimento anche qui è di intraprendere un cammino senza tempo nella stagione più mite.

Terra selvaggia, di leggende epiche come quella del misterioso mostro di Loch Ness, e di eroi del livello di Sir William Wallace, la Scozia e Edimburgo si contraddistinguono per i suoi paesaggi naturalistici e le viste mozzafiato di scogliere imponenti e distese di brughiere. Qui si respira l’aria dell’Oceano, che si spinge dalle estremità del Grande Nord. Imperdibili il Castello di Edimburgo, che svetta dalla Old Town, e una delle 7 colline edimburghesi, Calton Hill, all’interno del territorio dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. In questo luogo si trova l’Osservatorio astronomico reale, con il suo telescopio più grande della Scozia. Edimburgo è anche questo: un fiorire di menti e scienze. Il Monumento a Dugald Stewart ricorda che da queste parti di mondo il movimento di pensiero illuminista ha dato il suo forte contributo alla società. Di rara bellezza soprattutto al tramonto, questa rotonda neoclassica rappresenta di gran lunga l’opera scultoria più visitata di tutta la città.

Famosa per essere il Giardino di Francia e la culla della lingua francese, la Valle della Loira è un territorio a dir poco fiabesco, che lascia i suoi ospiti sbalorditi. Patrimonio Mondiale dell’Unesco come “paesaggio culturale” dal 2000, è un susseguirsi di castelli, ben 22, e deliziosi giardini. In questi luoghi viene prodotta la maggior quantità di vini bianchi, tra cui si annoverano i secchi del calibro di Sancerre, Pouilly-Fumé e Chenin Blanc. Per questa ragione si può scegliere di approfondire la conoscenza attraverso incredibili itinerari del vino. Dal 25 aprile partirà inoltre l’edizione 2023 del celebre Festival del Giardino di Chaumont-sur-Loire, il kermesse internazionale dei giardini che mostra le creazioni paesaggistiche e le più recenti sperimentazioni contemporanee in materia dal 1992. Davvero un bel vedere.

Da grande farò…il Food and Beverage manager

Il Food and Beverage Manager è il responsabile di tutte le attività legate alla ristorazione all’interno di strutture organizzative particolarmente complesse ad elevato livello di servizio, come hotel e altre strutture ricettive.

Grazie alle sue competenze manageriali si occupa, in linea generale, della pianificazione del budget, dell’approvvigionamento delle materie prime, della gestione del personale di servizio e del controllo della qualità dei prodotti.

In sostanza, gestisce tutte le attività legate alla ristorazione, sia di strutture alberghiere che ristorative.

Nell’albergo o nel ristorante dove presta la sua attività, è responsabile inoltre del servizio banchetti, riunioni e colazioni di lavoro, in qualità di promotore e di fornitore del servizio stesso. Il Food & Beverage manager ha il compito di garantire, per il settore di propria competenza, il rispetto dell’immagine della struttura ricettiva, dal punto di vista dell’efficienza e degli standard qualitativi.

Di cosa di occupa?

Se vogliamo entrare più nello specifico alcune mansioni che svolge sono:

  • Definire il budget e gestire i costi
  • Controllare la qualità dei prodotti e servizi
  • Far rispettare le norme igieniche e di pulizia
  • Organizzare gli eventi (come buffet, cerimonie o convegni)
  • Gestire i rapporti con i fornitori


Le principali attività riguardano quindi la definizione del budget e il controllo dei costi; il controllo del rispetto degli standard di qualità dei prodotti-servizi; il controllo dell’igiene di locali, attrezzature da cucina, impianti destinati alla preparazione, conservazione e consumo di cibi e bevande.

Si può occupare direttamente della organizzazione di eventi non ordinari, quali ad esempio buffet, meeting, convegni, cene a tema, ecc.

In tal senso cura l’allestimento del buffet per ogni occasione conviviale, supervisionando i menù, l’allestimento dei piatti ed effettuando sopralluoghi sul luogo dove verrà svolto l’incontro.

Definisce, propone ed esegue il budget della funzione ristorazione, d’intesa con il direttore ed il responsabile marketing, se presenti. Appronta i piani di approvvigionamento e definisce il livello qualitativo e quantitativo delle scorte minime. Fissa gli standard di peso dei cibi e delle bevande in collaborazione con il cuoco, permettendo appropriati controlli sui costi e sulle quantità.

Seleziona e controlla i fornitori perseguendo il giusto punto di equilibrio qualità/prezzo. Redige, in collaborazione con il personale di cucina i menù del giorno e dei banchetti, organizza i reparti, lo stoccaggio delle merci e sovrintende ai piani di sanitizzazione dei locali. All’interno di una struttura alberghiera coordina il lavoro con i capi servizio di cucina, bar, sala ristorante e cura l’esecuzione del servizio in camera.

Verifica il grado di soddisfazione della clientela e appronta eventuali correttivi per migliorare l’efficienza del servizio.


Sbocchi professionali

Generalmente un F&B Manager lavora nel settore turistico-alberghiero, nei ristoranti degli hotel, dei resort e dei villaggi turistici, nei ristoranti a bordo delle navi da crociera. Questo tipo di figura può inoltre trovare opportunità nel settore della ristorazione in generale, come ad esempio in grandi ristoranti con servizio banchetti e ricevimenti o imprese di catering.

L’orario di lavoro non è mai fisso, in quanto dettato dagli orari di servizio del ristorante (colazioni, pranzi e cene), e il F&B Manager deve spesso lavorare anche la sera, nei giorni festivi e nei weekend.


Come diventare Food and Beverage manager?

Per diventare Food&Beverage Manager ovviamente servono delle competenze specifiche, come saper gestire la parte economica di un hotel o un ristorante, conoscere il mondo della ristorazione, saper coordinare il personale di servizio, essere in grado di sapere quante persone servono per un determinato compito e molto altro.

Le conoscenze richieste sono di tipo tecnico e organizzativo, essendo una professione con livelli di responsabilità elevati. Costituiscono titolo preferenziale la laurea in economia del settore turistico, la frequenza di corsi di specializzazione (esistono corsi per la qualifica di Food&Beverage Manager) , buona esperienza nel settore; conoscenze in ambito economico gestionale e relative alla preparazione di cibi e bevande; conoscenza di almeno due lingue straniere.