C’era due volte il Barone Lamberto – Gianni Rodari

Una narrazione fantastica, con giochi di parole, umorismo e tutte le caratteristiche tipiche dello stile di Rodari. C’era due volte il barone Lamberto, seppur appaia come un racconto comico per certi versi, è ricco di riflessioni; ogni riga di questa celebre novella per ragazzi nasconde profondi insegnamenti.

La storia si svolge presso l’isola di San Giulio e il Lago d’Orta, provincia natale dell’autore. Il barone Lamberto è un anziano e ricco signore: possiede 24 banche nel mondo, soffre di 24 malattie e vive in una villa immensa situata sull’isola di San Giulio, con il suo fidato maggiordomo Anselmo. Nella grande villa, però, vivono altre sei persone il cui compito, tutto il giorno, è ripetere continuamente il nome del barone Lamberto. Delfina, Armando, il signor Giacomini, la signora Zanzi, il signor Bergamini e la signora Merlo, per svolgere tale compito, ricevono un salario altissimo: la continua ripetizione del nome è l’unico meccanismo per tenere in vita il barone Lamberto. Un atto magico messo in pratica dopo aver sentito una profezia da un mago in Egitto; il barone e Anselmo,si erano recati per cercare una soluzione capace di sconfiggere la morte.

La trama di C’era due volte il Barone Lamberto si intensifica quando, come in ogni storia, appare l’antagonista. Non tutti sono felici per la rinnovata giovinezza del barone Lamberto; 24 banditi, tutti di nome Lamberto, sequestrano il barone e chiedono un dispendioso riscatto. Allo stesso tempo c’è Ottavio, nipote di Lamberto e suo unico familiare vivente, che tenta in tutti i modi di studiare un piano per ucciderlo, far ricadere la colpa sui banditi e ottenere l’immensa eredità dello zio.

I messaggi educativi veicolati da C’era una volta il barone Lamberto sono da ricercarsi, specialmente, nei personaggi della storia. Tutta la folla che popola le pagine di C’era due volte il barone Lamberto, interpreta sé stessa: l’autore descrive i personaggi accentuandone le peculiarità, quasi sconfinando nel ridicolo.

Lo stile di Gianni Rodari è contraddistinto da una dote fondamentale dal punto di vista educativo. Nelle descrizioni minuziose in cui tratteggia situazioni e persone, non c’è apparentemente alcun giudizio. Gianni Rodari non sentenzia: è una presenza esterna che si limita a presentare i suoi personaggi senza emettere giudizi.

La peculiarità narrativa è che il giudizio è presente senza essere emesso. I soggetti descritti restano fedeli alla propria ”maschera”, seppur questa risulti ridicola: proprio per i tratti grotteschi e la bizzarria delle azioni narrate, non c’è il bisogno di un’esplicita condanna morale da parte del lettore o dell’autore. La leggerezza delle produzioni di Rodari sta proprio in questo: il mancato giudizio moralistico che dona alle sue opere un tono scanzonato.

Le canzoni dedicate alla primavera

La primavera, col suo calore, col suo senso di rinascita, della natura e della vita, è fonte di ispirazione per l'arte da sempre. Basta pensare alla Primavera del Botticelli. La musica non fa eccezione. L’aria frizzante ci porta fuori dal letargo invernale e risveglia emozioni e ricordi. Sono tanti i cantanti che le hanno dedicato una canzone. Da Frank Sinatra a Ella Fitzgerald, passando per Pino Daniele e The Beatles. Ecco sette canzoni sulla primavera da dedicare. O semplicemente da ascoltare.

Put Your Records On – Corinne Bailey Rae
Maledetta primavera – Loretta Goggi
Primavera – Marina Rei
Questa primavera – Pino Daniele
Here Comes the Sun – Beatles
Stop Bajon – Tullio De Piscopo
Cervo a primavera – Riccardo Cocciante

PUT YOUR RECORDS ON – CORINNE BAILEY RAE
Una hit senza tempo, Put Your Records On, nella quale Corinne Bailey Rae descrive la pace interiore primaverile. Uscita nel 2006, ha avuto due Nomination ai Grammy Awards ed è diventata un enorme successo commerciale sia in Europa che negli Stati Uniti.

MALEDETTA PRIMAVERA – LORETTA GOGGI
Questo eterno brano di Loretta Goggi descrive le fasi dell'amore come se fossero stagioni. Disco d’oro quando i dischi d'oro erano davvero tali, il brano ha ottenuto il secondo posto al Festival di Sanremo del 1981 (vinse Alice con Per Elisa) ed è considerato tutt'oggi il brano di maggior successo dell'artista romana. Inizialmente Maledetta Primavera era stato pensato come sigla del nuovo programma di Loretta Goggi. Il brano, nel tempo, è stato reinterpretato da numerosi artisti e inciso in diverse lingue.

PRIMAVERA – MARINA REI
La Primavera risveglia cuori e passioni nel brano di Marina Rei. Pubblicato nel 1997, il brano è una cover di You to Me Are Everything dei The Real Thing. Divenne un tormentone nonche uno dei brani più rappresentativi della carriera di questa artista. Primavera vinse anche La rassegna Un Disco per l’estate.

QUESTA PRIMAVERA – PINO DANIELE
Pino Daniele ricorda un amore passato ma mai dimenticato in Questa primavera. Uscito nel 1993 è un brano che fa parte dell’album Che Dio ti benedica. La primavera accende nel cantautore napoletano il ricordo di un amore e si chiede dove sia e se si è dimenticato di lui. Struggenti, nella loro bellezza, questi versi: in questa primavera l'Europa cambierà la gente è più sincera la pace arriverà il nostro amore vola tra il fumo e i bignè nei bar del centro e allora io penso ancora e te il nostro amore sona forse un vecchio refrain che resta in testa e allora tu cantalo per me questa primavera a te mi fa' penzà. Speriamo che l'idea dell'Europa che cambia e della pace che arriverà sia un concetto che diventa realtà.

HERE COMES THE SUN – BEATLES
Con Here Comes the Sun The Beatles esaltano il sole primaverile, che scaccia gli inverni dell’anima. Pubblicata nel 1969, è stata scritta da George Harrison che venne ispirato da una giornata trascorsa nel giardino della villa di Eric Clapton. Il brano venne registrato senza l’apporto di John Lennon ma resta uno dei più amati della discografia dei Fab Four. Fa parte dell'udicesimo album in studio dei ragazzi di Liverpool, Abbey Road.

STOP BAJON – TULLIO DE PISCOPO
Trascinante e originale, il brano Stop Bajon si basa su un rap ante-litteram in napoletano scritto da Pino Daniele. Il brano ha riscosso tantissimo successo all’estero e all’epoca diventò una hit da discoteca che ha consacrato la fama di uno dei migliori batteristi italiani. Fa parte dell'album Acqua e Viento del 1983.

CERVO A PRIMAVERA – RICCARDO COCCIANTE
Nel 1980 Riccardo Cocciante inizia il suo sodalizio artistico con Mogol. Nasce l’album Cervo a primavera con il singolo omonimo che entra di diritto tra le canzoni più importanti della discografica del cantautore. “Io rinascerò cervo a primavera” fa parte dell’immaginario collettivo del nostro Paese. Il brano è perfetto non solo per questa giornata ma per questo periodo perché nelle sue metafore mette l'energia per risorgere da una serie di errori che abbiamo commesso.

Da grande farò… Nail Artist

Quello del nail art è un lavoro che riscuote molto successo nel mondo femminile che a volte per vezzo, altre volte per porre rimedio ad alcuni problemi (come l’onicofagia), ricorrono sempre più spesso a questo tipo di applicazioni per sfoggiare delle mani costantemente in ordine e curate nel minimo dettaglio. L’attività di nail artist, rientra nella più ampia sfera di competenza dell’onicotecnica, ossia di quella professione che si occupa della cura delle unghie e della loro ricostruzione e decorazione. Lavorare in questo settore è tutt’altro che facile, ma andiamo per ordine e cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Per capire come fare per realizzare il nostro sogno, dobbiamo analizzare i problemi esistenti , riferendoci alla figura professionale suindicata: l’onicotecnica.

L’onicotecnica è quella figura professionale che, attraverso l’applicazione di prodotti specifici, si occupa della ricostruzione, applicazione e decorazione di unghie artificiali. Come si può facilmente dedurre dalla definizione appena fornita, la figura dell’Onicotecnico ingloba due fattispecie lavorative ben distinte, ossia:

- Attività di ricostruzione delle unghie;
- Attività di applicazione e decorazione di unghie artificiali (ossia applicazione di specifiche “protesi”, alle unghie con l’unico scopo di addurre un abbellimento al dito senza prevedere alcun trattamento invasivo volto a favorire l’adattamento della protesi al letto ungueale).

In merito alla disciplina di tale attività, la situazione è piuttosto complessa poiché si è ancora sprovvisti di un ordinamento su base Nazionale; ora, infatti, è competenza delle singole Regioni, fornire le linee guida da seguire per esercitare tale attività. Non esiste ancora una regolamentazione della professione, per cui questa è assimilata all’attività di estetista e regolata dalla L. 1/1990.

Paradossalmente, la mera attività di decorazione e applicazione di unghie artificiali, non è soggetta a tale legiferazione e tale professione non richiede alcun attestato, al contrario invece, la ricostruzione delle unghie ricade nella regolamentazione citata e non potendo ovviamente scindere le due attività, se ne deduce che l’attività di onicotecnica (intesa nel suo complesso) è rimessa al rispetto della L.1/1990. Quindi per svolgere l’attività di ricostruzione, applicazione e decorazione di unghie artificiali, si deve avere il diploma di estetista ottenibile mediante frequentazione di apposito corso specifico triennale (della durata di circa 1800 ore) e superamento dell’esame teorico-pratico .

Un’eccezione è rappresentata dalla Regione Lazio, l’unica che prevede un corso regionale finalizzato alla formazione della figura professionale di onicotecnica. Tale corso ha una durata di 200 ore, ha un costo di circa 2.500 euro ed è organizzato da Aziende, Accademie e Scuole che hanno ottenuto l’abilitazione e sono autorizzate al rilascio dell’Attestato Regionale. Poiché ricercando in rete informazioni su questi corsi, capita spesso di leggere che tali attestati sono validi su tutto il Territorio Nazionale, è bene precisare che questi sono riconosciuti esclusivamente per l’apertura di un nail center nel Lazio.

Nella Regione Lazio, ottenendo la qualifica di onicotecnica, è possibile:

- aprire un nail center e avviare un’attività indipendente;
- lavorare presso altri centri specializzati sia come dipendente sia come collaboratrice esterna freelance;
- associarsi con un‘estetista.

Nelle altre Regioni che vincolano a doppio filo quest’attività al conseguimento del diploma triennale da estetista, l’unico escamotage che permette di aprire un centro nails senza conseguire tale qualifica, consiste nel nominare un’estetista diplomata, direttore tecnico del centro.

I principali riferimenti normativi posti in essere finora (ma tutti ancora in fase di approvazione) sono tre:

- Disegno di Legge 911 presentato il 16 luglio 2008
- Proposta di Legge 3116/10 presentata il 12 gennaio 2010
- Proposta di legge 3107/10. Presentata il 13 gennaio 2010

- Il Disegno di Legge 911, (di APNO) si proponeva come fine ultimo quello di regolamentare in modo definitivo la figura professionale di onicotecnica. Peccato che, dopo essere stato presentato nel 2008, attualmente risulti ancora fermo al Senato in attesa di approvazione.

- Nella Proposta di Legge 3107 (di CNA e Confartigianato), sembra non esserci alcun riferimento alla figura di onicotecnico, soltanto addentrandosi nel dettaglio della proposta di legge, si apprende che la figura dell’onicotecnico è contemplata come una delle tante appendici della più ampia professione di estetista.

- La proposta di legge 3116, infine, (di Confestetica) è quella che prende più in considerazione la figura professionale dell’onicotecnica, effettuando una distinzione all’interno dell’attività estetica e ravvisando tre figure ben distinte e separate:

- Estetista professionale;
- Onicotecnico
- Tecnico dell’abbronzatura artificiale.

In riferimento alla figura di onicotecnico, tale proposta di legge prevede:

- il possesso della licenza media;
- il superamento di un corso di 450 ore totali.

Al termine del corso, previo superamento di apposito esame teorico-pratico, la Legge prevede un periodo di praticantato di almeno 3 mesi presso un onicotecnico o un’estetista.
In alternativa, è contemplata la possibilità di seguire un percorso differente, che prevede lo svolgimento di 3 anni di attività subordinata come onicotecnico a tempo pieno e frequentazione di un corso formativo di 200 ore con superamento di esame teorico pratico.

Il praticantato sarà condizione essenziale per ottenere l’iscrizione nell’elenco nazionale degli onicotecnici.

Nonostante la nail art vada molto di moda, la concorrenza in tale ambito è davvero spietata e la mancanza di un regolamento di legge su base Nazionale, favorisce il proliferare dell’abusivismo. Ci sono, infatti, molte onicotecniche che svolgono questo lavoro a nero, applicando tariffe irrisorie e spesso senza aver ricevuto un’adeguata formazione. Tutto ciò ovviamente, va a discapito di chi invece vorrebbe esercitare la propria attività in modo professionale e soprattutto legale. L’unica speranza è che presto il Governo (analogamente a quanto già fatto per i tatuatori) si decida a disciplinare adeguatamente tale professione prevedendo la costituzione di una categoria specifica.

Toscana in auto: 5 tappe imperdibili!

Si avvicinano le vacanze di Pasqua e lunghi weekend, come il ponte del 25 aprile, in più è arrivata la primavera...l'occasione è quindi quella giusta per pensare a come trascorrere questi pochi giorni di vacanza alla scoperta di itinerari inconsueti, ma vicini e decisamente imperdibili.

Gli itinerari in automobile sono da sempre molto gettonati e scelti da chi vuole intraprendere un viaggio alternativo e soprattutto non troppo costoso.

Anche in Italia si possono individuare itinerari davvero validi e interessanti e uno di questi è proprio la Toscana, fonte di paesaggi mozzafiato, borghi unici e sapori conosciuti in tutto il mondo.

Punto di partenza potrebbe essere Firenze, il capoluogo toscano si può visitare anche in un solo giorno e può essere il punto di partenza ideale per esplorare la regione.

Uno degli itinerari più promettenti, partendo proprio da Firenze, potrebbe essere la Chiantigiana, o meglio la Strada regionale 222, che collega Firenze a Siena. Questa strada si snoda attraverso colline verdi e paeselli da favola che si trovano nel cuore della Toscana. Se come si dice, il bello di viaggiare risiede nel viaggio stesso, questa strada conferma questa tesi, essendo un percorso enogastronomico di tutto rispetto, la strada infatti costeggia vigneti famosi.

Arrivati nelle vicinanze di Siena, ci si può dirigere verso un'altra perla toscana: Monteriggioni, uno splendido comune medievale. La cinta muraria della cittadella è incastonata in un paesaggio da cartolina, tra dolci colline e casali isolati.

Un altro simbolo della regione e una nuova tappa del viaggio non può che essere San Gimignano. Tra le viuzze del centro si possono trovare locali di ogni tipo, dalle antiche locande ai ristoranti più moderni, fino a cantine con vini eccezionali.

La tappa successiva potrebbe essere la scoperta di Lucca, magari in bicicletta. Questa cittadina toscana merita senz'altro una visita, e il modo migliore potrebbe essere proprio parcheggiare l'auto e noleggiare una bicicletta (per 3 ore di pedalata il costo si aggira sugli 8 euro). Una volta noleggiata la bici si possono infatti percorrere i 5 km di cinta muraria che racchiudono la Città vecchia, attraversare parchi e ammirare in lontananza le Alpi Apuane.

L'itinerario potrebbe infine concludersi abbandonando la terra ferma per dirigersi a Piombino dove imbarcarsi su di un traghetto diretto all'Isola d'Elba. Se durante il periodo estivo l'isola viene presa d'assalto dai turisti, in primavera si trasforma in un paradiso per gli escursionisti. L'isola offre diversi itinerari vinicoli con degustazione, oltre a natura e paesaggi bellissimi, senza dimenticare la storia che portò qui Napoleone in esilio.

Incastrati 2

La serie di e con Ficarra e Picone è tornata su Netflix a marzo con una nuova stagione. Questo secondo capitolo della serie sarà anche l'ultimo, come annunciato dalla stessa piattaforma di streaming che ha rivelato che Incastrati 3 non ci sarà.

Dopo il successo del primo capitolo, Incastrati è però pronta a far divertire e incollare allo schermo gli spettatori della piattaforma con sei nuovi episodi, che ritroveranno Salvo Ficarra e Valentino Picone sia dietro che davanti alla macchina da presa, in qualità di registi, sceneggiatori e attori.

Anche questa nuova stagione sarà sempre in bilico fra la comicità tipica di Ficarra&Picone e i codici canonici del genere thriller su cui è basata tutta la serie.

La seconda stagione di Incastrati comincia laddove era finita la prima: Salvo e Valentino sono in pericolo di vita. I nostri due “eroi” si ritrovano, ancora, incastrati e intrappolati in una serie di vicende all’interno delle quali è arduo districarsi senza ferire i sentimenti delle persone che amano. A complicare le cose una sequenza infinita di colpi di scena e novità tra cui un duplice omicidio dietro il quale si nasconde un uomo misterioso, l’ingresso in scena di malavitosi stranieri, le complesse indagini sul “caso dell’omicidio Gambino” che non trovano soluzioni, i rapporti di coppia sempre più burrascosi fra Salvo, Valentino e le rispettive compagne.

I viaggi di Gulliver – Jonathan Swift

I viaggi di Gulliver è un romanzo scritto nel 1726 dallo scrittore irlandese Jonathan Swift. Ne I viaggi di Gulliver vengono mescolate sapientemente dall'autore fantasia e satira, per un risultato sì fabiesco e avventuriero ma anche di grande critica sociale.

Il romanzo I viaggi di Gulliver è diviso in 4 parti, una per ciascun viaggio intrapreso dal medico di bordo Lemuel Gulliver, è narrato in prima persona e si svolge verso la prima parte del 1700. Il primo viaggio di Gulliver inizia da Bristol: il medico di bordo si imbarca nella città inglese per poi, dopo un naufragio, ritrovarsi sulla spiaggia della terra sconosciuta di Lilliput. Gulliver si ritrova circondato da tanti piccoli ometti che l'hanno legato alla meglio con le reti, terrorizzati dalla sua mole.
Il medico di bordo Lemuel Gulliver non si perde d'animo e intraprende un secondo viaggio: questa volta, dopo una tempesta, si ritrova a Brobdingnag, penisola abitata da giganti.
Gulliver decide di imbarcarsi per il suo terzo viaggio. Diretto verso le Indie Orientali, riesce a sfuggire ai pirati e finisce a Laputa, una terra fluttuante abitata da studiosi di matematica.
Una volta tornato dalla famiglia, Gulliver decide di rimettersi in viaggio per quella che sarà l'ultima delle sue avventure. Durante la navigazione assiste all'ammutinamento dell'equipaggio e arriva in una terra popolata dagli houyhnhnm, cavalli dotati di raziocinio e da altri esseri umani, gli Yahoo, che rappresentano i servitori dei cavalli.

Ogni parte dedicata a un viaggio descrive una società abitata da personaggi fantastici in cui Gulliver cerca di ambientarsi, invano. Il protagonista è alla ricerca di un mondo utopico, un mondo che - nella satira dell'autore Swift - è da contrapporre ai difetti e ai vizi tipici dell'Occidente. La ricerca di questo mondo perfetto si rivela una disfatta: quelli che a prima vista a Gulliver appaiono paradisi terrestri, non sfuggono in realtà ai difetti e alle ipocrisie tipiche degli uomini.

Le piste ciclabili più belle d’Europa

Negli ultimi anni il numero di cicloturisti, ma anche di itinerari ciclabili, nel nostro vecchio continente è cresciuto esponenzialmente. A trainare le nazioni non ancora totalmente bike friendly sono gli stati del centro e nord Europa che possono già contare su migliaia di chilometri di ciclovie e di piste ciclabili attrezzate.

E' quindi possibile scoprire l'Europa percorrendo alcune delle sue piste ciclabili più belle: viaggiando dalla Spagna all'Italia passando dall'Austria, dalla Germania, dalla Francia e dal Regno Unito, ma anche da altre destinazioni europee!

Fare una classifica delle più belle d'Europa non è semplice perchè gli itinerari più classici sono molto diversi tra loro, per caratteristiche e ambientazione. Ciò che si può raccontare invece con certezza è che nel corso degli anni, sono state sviluppate in un'ottica sostenibile di sviluppo turistico dei territori e tutte, chi più e chi meno, vantano servizi per cicloturisti che andrebbero potenziati anche negli altri itinerari ciclabili europei.

Ciclovia del Danubio
È l'itinerario ciclabile più battuto d'Europa e si sviluppa lungo il corso del fiume Danubio. Questa ciclovia si sviluppa sia su piste ciclabili che su strade secondarie a bassa percorrenza attraversando le tre B, le tre capitali Bratislava, Budapest e Belgrado.
Lunghezza: 2860 km
Nazioni attraversate: Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria, Moldavia, Romania, Ucraina.
Da non perdere: le tre capitali Bratislava, Budapest e Belgrado, la Wachau - la valle del vino, il delta del fiume sul Mar Nero tra Romania e Ucraina che è anche patrimonio UNESCO, il suggestivo castello di Schoenbuehel e la bella capitale austriaca Vienna.

Ciclovia della Loira
Questo itinerario ciclabile si sviluppa interamente in Francia lungo il corso del fiume, dalla foce nell'Oceano Atlantico all'entroterra. La ciclovia della Loira è conosciuta con il nome di Loire à vélo, per i suoi numerosi castelli, per città importanti e interessanti da un punto di vista culturale come Nantes e per i numerosi servizi per cicloturisti.
Lunghezza: 750 km
Nazioni attraversate: Francia
Da non perdere: la piacevole Nantes, facile da girare in bici; i castelli come quello di Chambord, d'Amboise e Chenoncheau, la fortezza di Saumur e la città di Giovanna d'Arco, Orlèans. Non scordare poi di assaggiare un bicchiere del vino di Savennières.

Via Claudia Augusta
Questo percorso ciclabile inizia nella città di Augusta (Augsburg) in Germania e segue l'antico tracciato della strada romana terminata dall'imperatore Claudio nel 47 d.C. Dopo aver attraversato un tratto di Austria entra in Italia dal Passo Resia, segue la ciclabile della Val Venosta fino a Merano e la ciclabile dell'Adige fino a Trento. Nel capoluogo del Trentino la Via Claudia Augusta si dirama: una prima via scende lungo l'Adige fino poi raggiungere Ostiglia, la seconda via entra in Valsugana percorrendo prima la ciclabile e poi strade secondarie fino ad Altino, a pochi passi dal mare e Venezia.

Lunghezza: 750 km
Nazioni attraversate: Germania, Austria, Italia
Da non perdere: la bella ed elegante Augusta, punto di partenza del percorso; il lago di Resia con il suo campanile nell'acqua; il borgo fortificato di Glorenza in Val Venosta; Merano con il suo carattere austriaco; Trento e il suo castello del Buonconsiglio; i castelli di Beseno e Sabbionara d'Avio e poi, perchè no, un bel bicchiere di vino rosso o un Trento Doc nella piana rotaliana. In Valsugana poi approfittane per un tuffo nei laghi di Caldonazzo e Levico.

Ciclovia Alpe Adria
L'itinerario ciclabile dell'Alpe Adria si sviluppa tra Austria e Italia collegando la città di Salisburgo a Grado, sul Mar Adriatico. Il percorso attraversa le Alpi per poi scendere verso il mare e, da Tarvisio a Udine, segue il tracciato di una vecchia ferrovia. Questa particolarità porta i viaggiatori ad affrontare viadotti e suggestive gallerie.
Lunghezza: 412 km
Nazioni attraversate: Austria e Italia
Da non perdere: la magnifica città di Salisburgo con le sue innumerevoli attrazioni; Venzone, la città della lavanda friulana; Gemona con il suo Duomo e l'ottimo frico da degustare; la bella Udine e il mar Adriatico a Grado, Lignano e le altre località della riviera.

Via Verde Ojos Negros
Le Vias Verdes spagnole sono itinerari ciclabili ricavati da vecchi tracciati ferroviari. La Via Verde Ojos Negros è la più lunga di Spagna con i suoi 162 km circa (potrebbe presto essere allungata fino a 203 km) e si snoda nella regione di Valencia. La percorrenza di questo itinerario non richiede particolare allenamento se la si pedala dall'entroterra al mare. In caso contrario il dislivello da superare è di circa 1300 m.
Lunghezza:162 km
Nazioni attraversate: Spagna
Da non perdere: questo percorso ciclabile è interessante dal punto di vista paesaggistico e per la presenza di manufatti che ricordano il passato ferroviario: viadotti, ponti e gallerie. Inoltre, lungo l'itinerario, si incontrano alcune località interessanti come Segorbe con la sua cattedrale e i resti dell'acquedotto romano e Jèrica con il suo carattere arabeggiante.

Ciclovia Parigi - Londra

Uno dei classici tra gli itinerari ciclabili europei è la Parigi - Londra, l'Avenue Verte, che connette la capitale francese con quella del Regno Unito. La maggior parte del tracciato si sviluppa in Francia tra suggestivi castelli e villaggi pittoreschi. Il tratto inglese segue invece dei percorsi già esistenti appartenenti al National Cycle Route.
Lunghezza: 460 km
Nazioni attraversate: Francia e Regno Unito
Da non perdere: L'Avenue Verte, la Greenway che collega Parigi a Londra può vantare luoghi affascinanti, ricchi di Storia e cultura. In primo luogo non si può mancare di dedicare qualche giorno alla visita di Parigi e Londra, secondariamente si può godere del silenzio e dei colori delle campagne francesi, degli scorci sulle scogliere inglesi e dell'ospitalità dei villaggi del Sud dell'Inghilterra.

Ciclabile del Lago di Costanza
La Ciclabile del lago di Costanza è un itinerario ciclabile che segue il perimetro di questo bacino lacustre diviso tra Austria, Germania e Svizzera. Il percorso è di facile percorrenza ed è per questo che viene considerato anche adeguato alle famiglie.
Lunghezza: 270 km
Nazioni attraversate: Svizzera, Austria e Germania
Da non perdere: alcune esperienze e località da non perdere durante questo un viaggio in bici sono visitare l'isola di Reichenau che prende il nome dal monaco ideatore del primo manuale di giardinaggio, un pomeriggio al castello di Arenenberg, una mattinata al Museo Zeppelin di Friedrichshafen e un salto all'isola di Mainau.

Ciclovia della Drava
La Ciclovia della Drava ha il suo inizio in Val Pusteria, nella località di Dobbiaco e, dopo aver attraversato un tratto di Austria lungo il fiume, entra in Slovenia per terminare a Maribor. La ciclovia della Drava, e in particolar modo il tratto della ciclabile San Candido e Lienz, è uno dei percorsi più pedalati d'Europa. Da qualche anno un progetto propone di allungare questo itinerario ciclabile fino alla foce della Drava nel Danubio ma per ora non è ancora stato realizzato.
Lunghezza: 366 km
Nazioni attraversate: Italia, Austria e Slovenia
Da non perdere: pedalare nella Val Pusteria con le Dolomiti di Sesto che svettano sulla ciclabile, attraversare il ponte in legno di “Punbrugge", il Castello Hohenburg, fare un pochino di birdwatching lungo il fiume e passeggiare per le vie di Maribor.




The Whale

Commosso fino alle lacrime, lo sguardo della rivincita e del riscatto, Brendan Fraser vince il premio come miglior attore protagonista nella recente notte degli oscar, per il drammatico The Whale presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, diretto da Darren Aronofsky da una pièce di Samuel D. Hunter.

Nel film Fraser è Charlie, un professore d'inglese chiuso nel suo piccolissimo appartamento, imprigionato in un corpo da trecento chili che lo tradisce ogni giorno di più. Ha tentato senza riuscirci di soffocare il dolore insopportabile per la morte dell'uomo che amava, sotto una quantità di cibo senza limiti. Ora che il suo cuore sta arrivando al capolinea ha un ultimo desiderio: riallacciare il rapporto con la figlia adolescente che ha abbandonato dieci anni prima per vivere il suo amore libero.

E a far brillare il film sono sicuramente la superlativa performance di Brendan Fraser, che domina con maiuscolo talento una gamma emotiva vastissima, e quella della giovane Sadie Sink (Max in Stranger Things, Fear Street), la figlia, che arricchisce di mille sfumature una parte non facile da gestire.

Il titolo di The Whale, la cui traduzione è «la balena», fa riferimento in modo figurato alla mole del protagonista ma anche al romanzo Moby Dick di Herman Melville, più volte citato in modo diretto e indiretto nella pellicola.

Che The Whale sia sostanzialmente un one-man show è piuttosto evidente, la struttura stessa della pellicola ruota attorno al fulcro del protagonista.

Brendan Fraser è stato lontano dalle scene per anni a causa di una sfortunata serie di problemi, con la pellicola di Aronofsky arriva quindi la sua occasione di riscatto ed è evidente come colga con grazia e intensità la rara opportunità di un ruolo che lo spinge ben oltre ogni sfida attoriale precedente, al punto da regalargli un oscar come miglior attore protagonista.

Ciclo dell’Eredità – Christopher Paolini

Il Ciclo dell'Eredità è una saga fantasy letteraria scritta dall'autore statunitense Christopher Paolini. È composta da quattro romanzi: Eragon, Eldest, Brisingr e Inheritance.
I libri raccontano delle avventure di Eragon, un ragazzo destinato a liberare il continente immaginario di Alagaësia dall'oppressore Galbatorix insieme al suo drago, Saphira.


Eragon (2003) PRIMO VOLUME. Quando Eragon trova una liscia pietra blu nella foresta, è convinto che gli sia toccata una grande fortuna: potrà venderla e nutrire la sua famiglia per tutto l’inverno. Ma la pietra in realtà è un uovo. Quando si schiude rivelando il suo straordinario contenuto, un cucciolo di drago, Eragon scopre che gli è toccato in sorte un’eredità antica come l’Impero. Forte di una spada magica e dei consigli di un vecchio cantastorie, dovrà cavarsela in un universo denso di magia, mistero e insidie, imparare a distinguere l’amico dal nemico, dimostrare di essere il degno erede dei Cavalieri dei Draghi.
Eldest (2005) SECONDO VOLUME. Salvata la città dei ribelli dall’assalto dello sterminato esercito di Re Galbatorix, Eragon e Saphira si mettono in viaggio per raggiungere Ellesméra, la terra degli elfi. È lì che Eragon proseguirà il suo apprendistato nell’arte della magia e della spada. Nel frattempo, Carvahall viene attaccata dai Ra’zac. Roran, il cugino di Eragon, convince gli abitanti del villaggio a fuggire con lui nel Surda per cercare l’aiuto dei Varden. Dopo un lungo periodo d’addestramento con Oromis, l’ultimo Cavaliere, e il suo drago, Glaedr, Eragon ritorna dai Varden per aiutarli a fronteggiare l’esercito nemico. Non sa che ad attenderlo, oltre alla battaglia, ci sono nuove, stupefacenti rivelazioni…
Brisingr (2008) TERZO VOLUME. Molte cose sono cambiate nella vita di Eragon da quando l’uovo di Saphira è comparso sulla Grande Dorsale: suo zio è stato ucciso, Brom si è sacrificato per proteggerlo dai Ra’zac, il fratello che non sapeva di avere si è rivelato uno dei suoi peggiori nemici. Molte cose sono cambiate, altre no: Galbatorix opprime ancora Alagaësia e il giovane Cavaliere e la sua dragonessa rimangono l’ultima speranza di detronizzarlo. Ma Eragon è davvero all’altezza di questo compito? Murtagh e Castigo si sono dimostrati avversari pericolosi; il sangue di cui si è macchiato tormenta le sue notti insonni; l’arma che gli era stata donata non è più nelle sue mani…
Inheritance (2011) QUARTO VOLUME. Sembrano appartenere a un’altra vita i giorni in cui Eragon era solo un ragazzo nella fattoria dello zio, e Saphira una pietra azzurra in una radura della foresta. Da allora, Cavaliere e dragonessa hanno festeggiato insperate vittorie nel Farthen Dûr, assistito ad antiche cerimonie a Ellesméra, pianto terribili perdite a Feinster. Una sola cosa è rimasta identica: il legame indissolubile che li unisce, e la speranza di deporre Galbatorix. Non sono gli unici a essere cambiati…

L’attesissimo quinto volume del ciclo dell’eredità sembra sia in dirittura d’arrivo, sebbene non sia disponibile una data di uscita. L’autore lo ha accennato a più riprese. Cosa sappiamo del nuovo romanzo?

Si tratta di un vero e proprio sequel e sarà ambientato in Alagaësia. Ci saranno dei nuovi personaggi e tanti personaggi già noti. L’autore ha anticipato che “la luce e l’ombra si incontreranno in una battaglia epica. A quanto pare nel nuovo volume scopriremo molto del passato di Angela e scopriremo di più sull’uovo di Saphira".

Paolini ha scritto anche: La forchetta, la strega e il drago. Racconti da Alagaësia. È passato un anno da quando Eragon ha lasciato Alagaësia in cerca del luogo perfetto in cui addestrare una nuova generazione di Cavalieri dei Draghi. È alle prese con una lista lunghissima di compiti e doveri: costruire una fortezza a misura di drago, discutere con i fornitori, vegliare le uova dei futuri draghi e tenere a bada i belligeranti Urgali e gli altezzosi Elfi. Poi una visione degli Eldunarí, una visita inaspettata e un’appassionante leggenda degli Urgali gli offrono la distrazione di cui ha tanto bisogno e gli mostrano le cose sotto un’altra prospettiva… Tre storie inedite ambientate ad Alagaësia, un assaggio della nuova vita di Eragon e un estratto dalle memorie di Angela l’erborista – di cui è autrice Angela Paolini, che ha ispirato il personaggio della strega – per tornare a immergersi nell’affascinante e antico mondo del Ciclo dell’Eredità.

Da grande farò…l’ALLENATORE

Allenatore di calcio: chi è e cosa fa

L'allenatore di calcio è una figura sportiva che si occupa di preparare l'atleta sia fisicamente che mentalmente. Può lavorare in ambito professionale o amatoriale, con adulti o con bambini.

Alcuni dei suoi compiti principali sono:

-Preparare gli atleti

-Dirigere gli allenamenti

-Insegnare tecniche e strategie

-Monitorare la forma fisica dei calciatori

-Motivare gli atleti

-Prendere provvedimenti disciplinari quando necessario

È l'allenatore che sceglie i giocatori da mandare in campo e quelli da lasciare in panchina a seconda del modulo di gioco scelto. Decide anche le sostituzioni da effettuare in corso di gioco, per motivi tattici o dovute a infortuni.

Un altro compito fondamentale dell'allenatore è saper individuare i punti di forza e le debolezze della squadra. Prima di ogni partita, l'allenatore osserva e studia con la squadra l'avversario da affrontare per cogliere le sue fragilità e falle negli schemi di gioco e colpirlo con mosse a sorpresa. Ecco perché spesso l'allenatore richiede sessioni di allenamento a porte chiuse e senza telecamere.

Infine l'allenatore si deve occupare dell'aspetto emotivo e mentale dei membri della sua squadra. Deve trasmettere entusiasmo e sicurezza con incoraggiamenti nei momenti di difficoltà, gratificare per le buone prestazioni e gestire lo stress nello spogliatoio mantenendo un atteggiamento sereno ma autorevole.

Come diventare allenatore di calcio: i passaggi

Se vuoi diventare allenatore di calcio, devi prima capire a che livello vuoi ambire. Per allenare squadre amatoriali, ad esempio nelle scuole di calcio o nelle squadre giovanili che ruotano nei campionati provinciali, serve solo la passione. Non sono richieste né qualifiche, né formazione.

Per allenare squadre giovanili che giocano nei campionati regionali o nazionali, invece, dovrai essere in possesso di un'abilitazione FIGC specifica per le categorie da allenare.

Pre-requisiti: l'esperienza sul campo

Molti pensano che un allenatore debba avere alle spalle un glorioso passato da giocatore, eppure non sono pochi gli allenatori di primo livello che non hanno giocato un solo minuto in una squadra di calcio. Anche se può sembrare strano, avere un passato da calciatore non è uno dei requisiti fondamentali richiesti per conseguire il patentino da allenatore.

Anche se non richiesto, avere esperienza sul campo da gioco aiuta molto. Per accedere ai vari corsi formativi bisogna superare una prima fase di selezione dove i candidati sono valutati in base a delle tabelle a punti che agevolano di molto il curriculum sportivo. Se però non hai esperienza come giocatore, non disperare: puoi raggiungere la graduatoria sfruttando altri canali, come quello della preparazione universitaria in Scienze Motorie a cui abbinare il corso Coni-Figc per istruttori di scuola di calcio.

La formazione universitaria

La formazione universitaria può essere una buona carta da giocare per percorrere la carriera dell'allenamento calcistico. Non solo ti può aiutare a rientrare in graduatoria fornendoti i punti necessari a supplire l'assenza di un'eventuale esperienza di gioco, ma ti fornisce competenze che ti saranno utili sia nei corsi che in futuro, quando praticherai la professione.

I percorsi universitari consigliati per diventare allenatore di calcio sono:

-Scienze delle attività motorie e sportive (L-22)

-Scienze dell'educazione motoria e delle attività adattate (LM-67)

-Scienze e tecniche avanzate dello sport (LM-68)

-Il corso Allenatore Dilettante Regionale (Licenza D)

Dal luglio 2019 è stato abolito il corso UEFA B e al suo posto è stato introdotto il corso Allenatore Dilettante Regionale, che si compone di 120 ore di lezione più tirocinio. Superando questo corso entrerai in possesso della Licenza D, con cui potrai allenare le squadre più acerbe fino alla Serie C femminile o all'Eccellenza maschile.

Per poter allenare i Giovani calciatori dovrai ottenere anche la Licenza C. Le licenze C e D insieme ti permetteranno anche di proseguire nella formazione con il corso di UEFA A. Oltre al pagamento di una quota di partecipazione, i candidati al corso dovranno essere in possesso di alcuni requisiti:

-Un'età minima di 23 anni compiuti

-Residenza nelle province indicate

-Certificato di idoneità alla pratica sportiva agonistica

-Conoscenza della lingua italiana

-Per accedere al corso è necessario anche versare una somma di 660 Euro che include anche la quota d'iscrizione all'Albo dei Tecnici.

-Il corso UEFA Grassroots (Licenza C)

-Il corso UEFA Grassroots C è dedicato alla formazione degli allenatori per i settori giovanili di tutte le categorie (salvo i campionati Primavera). Il corso ha una durata di 124 ore di lezione più tirocinio. Anche per accedere a questo corso sono necessari alcuni requisiti:

-Un'età minima di 18 anni compiuti

-Residenza nella regione in cui ha luogo il corso

-Certificato di idoneità alla pratica sportiva agonistica

-Conoscenza della lingua italiana

-L'accesso al corso prevede il versamento della quota di 720 Euro, anche in questo caso comprensiva dei costi d'iscrizione all'Albo dei Tecnici.

La serie A: corsi UEFA A e UEFA PRO

Se hai grandi ambizioni, è qui che potrai coltivarle. Il corso UEFA A e il corso UEFA PRO si svolgono a Coverciano e si rivolgono esclusivamente alla formazione degli allenatori per le categorie professionali.

UEFA A

Il corso UEFA A dura 192 ore composte in parte da elementi di tattica e in parte da elementi di tecnica. Fra le lezioni troverai materie come psicologia sportiva, metodologia d'allenamento, medicina sportiva, ma affronterai anche tematiche come l'analisi di gioco e lo scouting.

Superando a pieno titolo gli esami finali riceverai il tesseramento di allenatore in seconda per Serie A e Serie B e potrai allenare tutte le formazioni giovanili (incluse le squadre Primavera) e le squadre fino alle Lega PRO (inclusa).

I requisiti per l'ammissione al corso UEFA A sono:

-Un'età minima di 30 anni compiuti

-Essere in possesso del diploma UEFA B

-La quota di iscrizione al corso è di 2500 euro.

UEFA PRO

Il corso UEFA PRO è la vetta del percorso formativo per diventare un allenatore di calcio. Si svolge una sola volta all'anno a Coverciano, fra ottobre e luglio, e ha una durata di 256 ore. Superare quest'ultimo step ti permetterà di allenare qualsiasi squadra calcistica, incluse quelle di Serie A e B. Oltre alle materie di studio, frequentando questo corso potrai fare tirocinio in vere squadre di Serie A e B.

I requisiti per l'ammissione al corso UEFA A sono:

-Un'età minima di 32 anni compiuti

-Essere in possesso del diploma UEFA A

La quota d'iscrizione per il corso UEFA PRO è di 8000 euro. A causa del numero di posti limitati, sarà avvantaggiato chi ha già avuto esperienza come allenatore o i calciatori che hanno giocato in Serie A o B.

Quanto guadagna un allenatore di calcio

Lo stipendio di un allenatore di calcio varia in base alla categoria che ha raggiunto. Un allenatore amatoriale in genere non percepisce una retribuzione, allena su base volontaria e riceve un piccolo rimborso spese tramite il premio di tesseramento annuale.

Come diventare allenatore di calcio: quali caratteristiche deve avere?

Essendo un vero e proprio esempio per i suoi allievi, l'allenatore di calcio deve possedere alcune soft e hard skills ben precise, a prescindere dalla fascia allenata.

Abilità tecniche

Fra le principali abilità tecniche che deve possedere un allenatore di calcio, maturate anche grazie al lungo percorso formativo, ci sono:

Tattica: deve saper disporre i giocatori sul campo e gestire al meglio le scelte del modulo.

Strategia: per raggiungere obiettivi importanti, c'è bisogno di una strategia studiata con competenza e abilità.

Sicurezza: per trasmettere la stessa fermezza anche ai giocatori.

Capacità di adattamento: per rispondere al meglio all'alternanza dei giocatori, ma anche ai cambiamenti del mestiere stesso.

Ambizione e passione: per trasmettere gli stessi sentimenti ai giocatori.

Focus sugli obiettivi: identificare la meta da raggiungere e stabilire con prontezza di spirito il modo ideale per arrivarci.

Abilità emotive

Un buon tecnico di gioco deve essere una persona empatica, un leader, capace di riconoscere le emozioni altrui, paziente nel perseguire i risultati sia a livello dei singoli elementi che di squadra.

Inoltre, fra le qualità più importanti dell'allenatore di calcio c'è la capacità di comunicazione verbale e non verbale. Oltre ai giocatori e alle altre figure del mondo del calcio, l'allenatore può trovarsi in contatto con tifosi, giornalisti e media (anche internazionali) e pertanto deve sapersi esprimere con chiarezza, fiducia e carisma.

Ora che sai come diventare allenatore di calcio, potrai decidere se questo percorso professionale potrebbe fare al caso tuo o no.

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