4 Marzo 1943 – Lucio Dalla

#SPUNTIDIFANTASIA! – Musica e parole

La canzone di oggi che vi propongo è il capolavoro di Lucio Dalla:

4 marzo 1943

L’avete ascoltata? Cosa ne pensate?

Il testo:

Dice che era un bell’uomo
E veniva, veniva dal mare
Parlava un’altra lingua però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato
L’ora più dolce prima d’essere ammazzato

Così lei restò sola nella stanza,
La stanza sul porto
Con l’unico vestito, ogni giorno più corto
E benchè non sapesse il nome
E neppure il paese
M’aspettò come un dono d’amore
Fino dal primo mese

Compiva sedici anni
Quel giorno la mia mamma
Le strofe di taverna
Le cantò la ninna nanna
E stringendomi al petto che sapeva,
Sapeva di mare, giocava a far la donna
Con il bimbo da fasciare

E forse fu per gioco o forse per amore
Che mi volle chiamare come Nostro Signore

Della sua breve vita il ricordo,
Il ricordo più grosso, è tutto in questo nome
Che io mi porto addosso

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino.

Il significato:

Doveva chiamarsi “Gesubambino“, tutto attaccato, e invece a causa della censura che la colpì in più parti, una delle canzoni più amate del repertorio di Lucio Dalla prese il nome di “4 marzo 1943” lasciando alle parentesi, e comunque alla memoria storica, quello originale che non era adatto per essere portato a Sanremo, dove il cantante bolognese si sarebbe piazzato in terza posizione. Ma andiamo con ordine, perché dopo averlo ricordato, il 1 marzo – giorno in cui scomparve in un albergo di Losanna -, Lucio Dalla viene festeggiato ogni 4 marzo, giorno della sua nascita e di un titolo che gli è, giustamente, rimasto incollato addosso per una canzone che non era autobiografica e che ha avuto diverse modifiche, come ha spesso raccontato Paola Pallottino, che di quel pezzo fu coautrice.

L’incontro tra Dalla e Paola Pallottino

L’incontro tra i due fu casuale, alcuni amici comuni le consigliarono di proporre al cantante alcuni suoi testi, nati dall’amore per i francofoni Brel e Brassens e così cominciò la loro avventura che caratterizzò un pezzo della prima parte della carriera di Dalla, culminata proprio in quella “4 marzo 1943” che gli resterà cucita addosso a causa (o grazie) a quel titolo che riprendeva la sua data di nascita e che dovette essere cambiata a causa della censura.

Il significato di “4 marzo 1943”

“Gesubambino” “voleva essere un mio ideale risarcimento a Lucio per essere stato orfano dall’età di 7 anni. Doveva essere una canzone sull’assenza del padre, ma poi è diventata una canzone sull’assenza della madre. Lucio la cantò la prima volta dal vivo nel dicembre del ’70 al teatro Duse di Bologna. Piacque così tanto che i discografici della Rca decisero di portarla a Sanremo. Fu il suo primo grande successo, ma Lucio ne rimase anche un po’ prigioniero”.

La censura e i versi modificati

Uno dei versi più controversi era quello che diceva: “E anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino” che però diventò. come noto: “E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”, in un cambiamento che non convinse l’amica così come non la convinse la partecipazione a Sanremo, ma la Storia avrebbe detto che in fondo le scelte del cantante erano state favorevoli.

Buon ascolto!!

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