Questa settimana ripropongo un altro classico della narrativa, uno dei tanti romanzi di successo di Charles Dickens: ho già parlato di Oliver Twist, oggi vi parlo di 
 
David Copperfield
 
Si tratta di un romanzo di formazione in quanto racconta la storia della vita di David dall’infanzia fino alla maturità e alla sua crescita interiore.
 
David Copperfield è un ragazzo orfano, che ha perso il padre quando era ancora in fasce. Trascorre la sua infanzia serenamente con sua madre e la governante Peggotty. La madre però si sente sola e con la grossa responsabilità di crescere un bambino pertanto decide di sposare Mr. Murdstone quando David aveva sette anni. Il patrigno è una persona molto severa e non perde occasione per picchiarlo ed umiliarlo, inoltre porta a vivere con se anche la sorella zitella Miss Jane, dal carattere ancora peggiore. A causa dell’esuberanza infantile di David, il ragazzo viene mandato in collegio, ambiente altrettanto ostile ma dove conosce tanti amici tra cui Steerforth, che gli resterà sempre accanto.
Purtroppo la madre di David muore anche per colpa delle pressioni subite dal marito e da Miss Jane e David si ritrova solo al mondo. Il suo patrigno decide di mandarlo a lavorare in una fabbrica a Blackfriars, dove il ragazzo è costretto ad una vita durissima, fatta di dura fatica e stenti. Il ragazzo decide di scappare e si rifugia a Dover, dove vive la zia Betsey Trotwhood, che lo aiuta a sistemarsi presso l’avvocato Wickfield e a terminare gli studi.

David Copperfield venne pubblicato prima a puntate mensili su una rivista, di proprietà dello stesso autore, tra il 1849 e il 1850. Successivamente è diventato un grande best seller e uno dei libri più consigliati per ragazzi, non solo in Inghilterra ma in tutta Europa.
 
Dickens ha spesso scritto libri a tema sociale, questo genere si diffuse particolarmente nella prima metà dell’Ottocento, in piena Rivoluzione Industriale: volontà dell’autore era infatti quella di raccontare le storie delle persone appartenenti agli strati sociali più umili denunciando le situazioni di maltrattamento e sfruttamento. Infatti questo filone veniva considerato anche un’industrial novel; obiettivo di questo tipo di romanzi era di denunciare lo sfruttamento di bambini e ragazzi messi a lavorare nelle fabbriche, per di più sottopagati. 
 
La storia è ispirata alla stessa vita dell’autore: è considerato infatti il più autobiografico dei suoi scritti.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona