La fiera della vanità – William Makepeace Thackeray

Il libro che propongo questa settimana è il romanzo simbolo che ben rappresenta la fragilità e la vacuità dei sentimenti materiali che in alcune persone hanno il sopravvento, e talvolta rappresentano l’unico obiettivo, e che li rende disposti a tutto: si tratta del libro di tutto William Makepeace Thackeray
 
La fiera della vanità
 
La trama del libro presenta vari personaggi, delle più alte sfere sociali come delle più basse ma due spiccano sugli altri: Rebecca (Becky) Sharp e Amelia Sedley . La prima è la figlia di un pittore e di una ballerina francese, decisa e pronta a tutto pur di conquistarsi un posto al sole nell’aristocrazia inglese; la seconda invece è figlia di borghesi benestanti, dolce, remissiva, il cui unico interesse è sposarsi con George Osborne, un giovane a cui è stata promessa fin dalla più tenera età.

La fiera della vanità è un famoso romanzo di William Makepeace Thackeray, adattato per il grande in diverse versioni, l’ultima delle quali è del 2004. Ambientato nel periodo Regency inglese, contrappone due figure femminili completamente diverse (e altrettanto antieroiche agli occhi del lettore) impegnate l’una nella scalata sociale e l’altra in una passiva ricerca dell’amore.
Attento analista e cinico letterato, William Makepeace Thackeray ha inventato la parola “ snob ”, un termine che si adatta perfettamente a La fiera della vanità.
 
L’autore propone i ritratti di due donne accomunate da essere entrambe “ antieroine ”: lontane, lontanissime dalle protagoniste dei romanzi quasi coevi di Jane Austen, donne pronte a lottare contro la società per i propri princìpi (la lealtà, l’onore, l ‘amore), Becky e Amelia sono pieni di punti oscuri, contraddizioni e vizi profondamente umani. Ecco perché La fiera della vanità è un romanzo interessante e anomalo, in quanto non ha un vero e proprio protagonista “positivo positivo” in cui identificarsi ma preferisce rappresentare la meschinità, l’ambizione e l’inutile affanna dei propri dell’uomo alla ricerca traguardi. Quello che fa Thackeray è “semplicemente” restituirci uno spaccato di quella stessa società entro la quale ha vissuto, snob e arrivista, dell’Inghilterra coloniale.

“Sarà pur maligna la vendetta, ma almeno è naturale. Io non sono un angelo”.
 
Buona lettura!

Rubrica a cura di: Ramona